Quello che segue è un breve racconto di una madre che rivede il suo essere madre per intero.
"E' nato Gabriele e il mio mondo si è capovolto. Ho cominciato a guardare la vita dal basso: dalle mie notti insonni, dai pannolini sporchi, dalle ginocchia piegate per sorreggere i suoi primi passi. Ho messo i miei occhi alla sua altezza per capire come vedeva il mondo, lui piccolo marziano in un pianeta sconosciuto con tutto da imparare. Dopo anni lunghi come secoli, ho ricominciato a giocare, a cercare per lui le cose più belle, a vivere un minuto in sessanta secondi.
Una gioia infinita e poi un grande dolore, quando ho rivisto il mio lavoro dal basso dei suoi occhi. Pensavo di sapere perchè operavo per i poveri del mondo, ma solo a partire dalla mia riguadagnata vista orizzontale ho potuto comprendere dall'interno il dolore di una madre africana che non riesce a salvare suo figlio.
Un fulmine, un'illuminazione: ora vedo tutto dsll'alto, ho una visione d'insieme, un surplus d'anima. Il mondo d'improvviso si è fatto alto e largo. E concreto come l'amore, esercitato a partire da ciò che è infinitamente piccolo".
E' la lettera di una neo mamma ad un sacerdote. Una mamma felice, mi sembra, che si presta in un'organizzazione di cooperazione ed aiuti al terzo mondo.
RICKY AL TELEFONO
4 ore fa
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