(...) Alla fine del VI, e soprattutto nel corso del V secolo, la situazione si evolve ulteriormente, evidenziando una capillare ripresa insediativa caratterizzata da un'estesa rete di villaggi stabili oltre che dal determinarsi di nuove linee di espansione/penetrazione economico-politico-commerciali.
Prima macroscopica evidenza è la rioccupazione del territorio collinare, con insediamenti dapprima selettivamente dislocati sulle estremità delle principali dorsali prospicienti la pianura e via via disposti in una trama sempre più fitta che viene a interessare anche le dorsali interne.(...)
I villaggi collinari, tra i quali sembrano crearsi precisi rapporti di gerarchia, sorgono in zone di controllo verso la pianura e verso le valli interne di transito, sulle pendici delle alture, sui gradoni naturali, su accoglienti ripiani sommitali,tutti ben esposti al sole: favorite risultano le colture agricole (con la comparsa fra l'altro della vite) e soprattutto l'allevamento, sia stanziale che transumante. In questi siti la circolazione di materiale di pregio, dalla ceramica attica alla vernice nera etrusco-campana, dalla figulina alla grigia, dagli oggetti metallici ai manufatti (macine e macinelli) in trachite degli Euganei, denota un quadro di vivaci traffici in senso ascensionale, con chiaro insediamento delle comunità collinari in un più ampio sistema di mercato, certo favorito dal naturale ruolo di cerniera tra i poli urbani di pianura e le aree alpine e transalpine, ma anche dall'emergere di due eccedenze produttive: allevamento ed estrazione mineraria.
(...) pag. 99.
di: Loredana Capuis
da: I VENETI, Società e cultura di un popolo dell'Italia preromana, Longanesi & C.
risultati di giovedì 19 giugno 2025
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