Stava alla letteratura come Dino Risi stava al cinema: la sua pagina era pura commedia all'italiana, di costume, ironica, leggera, mai banale. Si fermava sempre a un passo dal diventare grottesca, dal trasformarsi in tragedia. Faceva più ridere che sorridere amaro. Era come se Nantas Salvalaggio raccontasse se stesso e la sua città anche quando era lontano; anche quando i grattacieli di New York o la nebbia di Londra sembravano la cosa più distante dalla Venezia della sua infanzia.
(...) Diceva di raccogliere i fili della fantasia a un tavolino d'angolo dell'Harris bar. Arrigo Cipriani lo ricorda: "Cerimonioso, si guardava attorno e sembrava che non fosse neanche lui, sembrava impossibile che fosse così sempre. Forse recitava per raccogliere meglio i frammenti che cercava. Avevo l'impressione che ci prendesse in giro, era quella in fondo la sua vendetta" Per Cesare de Michelis era "uno strano moralista, che per un verso sta al mondo senza alcun potere di ridisegnare il destino, per l'altro pretende che ciascuno faccia i conti con la propria coscienza".
Ed è forse la definizione più adatta dello scrittore, feroce senza volerlo essere, ironico però con coscienza, perfino crepuscolare nel rapporto con la sua città. Capace di castigare la provincia, di mettere in piazza i peccati ed il letto. E di restare, in fondo, il ragazzino sognatore scappato da Venezia. Lo stesso che iniziava così il suo primo articolo per il Gazzettino il 6 agosto del 1948: "Dove vanno a finire gli abiti delle belle donne quando non servono più?". Era l'inizio del romanzo.
Estratto
di: Edoardo Pittalis
Nantas Salvalaggio se n'è andato il 29 maggio 2009 nella clinica Villa Mafalda di Roma, dov'era stato ricoverato un paio di settimane fa, assistito dai figli Marco, Laura e Olivia, e dalla moglie Giovanna. Aveva 85 anni, ed era da tempo sofferente, in particolare di complicazioni renali.
Nato a Venezia nel sestiere di Cannaregio, vicino alla Madonna dell'Orto, lo scrittore e giornalista veneziano era sempre rimasto legato alla sua città, che amava più di ogni altra, anche se il lavoro e il successo lo avevano portato lontano fin dal dopoguerra, fino ad approdare una ventina di anni fa a Morlupo, vicino a Roma. E non a caso Venezia era lo sfondo di molti dei suoi romanzi, ma anche la protagonista della storia romanzata "Signora dell'acqua".
Dalla città cominciò a muoversi, però, giovanissimo girando il mondo per seguire la grande passione della sua vita, il giornalismo. Collaborò per vari giornali, dal Giorno, a Epoca, al Corriere della Sera, scrivendo da New York, Parigi e Londra: tra i personaggi conosciuti ci furono Primo Carnera, Yul Brynner, Ezra Pound, ma soprattutto Marilyn Monroe, con la quale realizzò un'intervista-scoop, poi ripresa nel suo ultimo libro "Ho amato Marilyn", del 2006. A partire dal 1953 cominciò ad affiancare ai reportage e alle interviste, l'attività di scrittore, che gli guadagnò una finale del Premio Strega, con "Fuga da Venezia", e un premio Campione d'Italia, con "Il Campiello sommerso", tradotto in numerosi paesi e venduto in 4 milioni di copie solo nella ex-Urss.
E nel 1962 fu il fondatore ed il primo direttore di "Panorama". Dal 2003 collaborava con Radio Radio e Radio Radio Tv di Sky, e ogni mattina interveniva telefonicamente al programma "Un giorno speciale". Oltre che i viaggi e la lettura, amava gli animali e praticava il tennis. Fra i tanti episodi avventurosi della sua vita c'è da segnalare la volta che accettò coraggiosamente di immergersi con un sommergibile artigianale nel Golfo di Napoli, ricavandone un reportage che fece epoca.
di: S.f.
da: (entrambi gli articoli) Il Gazzettino, sabato 30 maggio 2009, che distintamente ringrazio.
il Musso riflette...
6 ore fa
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