Passioni e solitudini/ Schiavi di cinesi e
arabi? Non ancora, la salvezza è possibile
di Alessandra Graziottin
VENEZIA (10 gennaio) - Siamo davvero liberi? O la nostra è una consolante illusione di libertà? Riflettendo e osservando oltre l’ovvietà dell’illusione, è evidente quanto molteplici forme di schiavitù insidino e riducano i nostri spazi di libertà, nel macrocosmo sociopolitico come nel microcosmo degli affetti.
Sul grande orizzonte del mondo, due invasioni minacciano la nostra libertà profonda. Con strategie a volte opposte, a volte simili. La frangia fondamentalista dell’Islam ci minaccia – e di fatto ha già ridotto molte nostre libertà – con l’estremismo terrorista. Una minaccia rumorosa e sanguinaria, esplosa con l’attacco alle torri gemelle nel 2001 e che continua spietata. Sul fronte opposto, in silenzio, in punta di piedi, la Cina conquista l’Occidente e non solo. Acquista aziende importati e simboliche, come la Volvo o la Benelli, e case e quartieri in tutte le nostre città. Soprattutto, e inquietante, la Cina ripiana il debito pubblico di nazioni altrettanto simboliche, come la Spagna. A breve, tutti contenti: evitare un crack finanziario drammatico fa tirare più di un respiro di sollievo. A lungo termine, che cosa comporterà aver consegnato le nostre finanze, e quello che rappresentano, a un’altra nazione? Non diventeremo schiavi di fatto, sempre meno liberi?
Pochi sembrano preoccuparsene. Sarà anche nell’ordine delle cose, ma consapevolezza e riflessione sulle schiavitù future potrebbero aiutarci a disegnare con dignità strategie diverse per mediazioni intelligenti che non ci facciano divenire schiavi senza nemmeno essercene accorti. Sul fronte demografico, non va meglio. Tutti i popoli ad alta fecondità invaderanno la sempre più infertile Europa. E se il mondo arabo conquisterà l’Europa “con il ventre delle proprie donne”, la Cina ci sta del pari conquistando con una pacifica ma altrettanto potente invasione demografica, meno visibile, certamente più discreta, ma non meno pervadente. Al destino non si comanda, si potrebbe dire. I popoli giovani per età media e indice procreativo conquistano quelli vecchieggianti, come gli europei, mentalmente, oltre che fisicamente, sempre più infertili e sempre più deboli.
Schiavi per destino? Non ancora. Sul fronte economico molto si potrebbe fare, con una più etica e competente gestione delle finanze e delle risorse nazionali. Sul fronte demografico, la questione è spinosa e difficile. E sul fronte individuale? Allarme rosso, qui il numero di schiavi è già altissimo. Ed è difficile essere liberi a livello di nazione se siamo già schiavi a livello individuale. Ogni dipendenza è una schiavitù: che sia alcol, fumo, droga, cibo, sesso o denaro. O anche bisogno di approvazione sociale fino a quel conformismo che è una sottile ma non meno potente schiavitù, mentale e comportamentale. Sempre di schiavitù si tratta. Che inizia quando non si è più in grado di dirsi (e dire) un lapidario “No”, o un più morbido, ma non meno determinato, “Preferirei di no”.
Perseguire la propria capacità di essere liberi presuppone grande solidità interiore, reale capacità di autonomia e autodeterminazione, capacità di affrontare il dolore, fisico ed emotivo, capacità di solitudine, oltre che capacità di amare e stare con gli altri, senso etico reale, sobrietà e capacità di gioire delle piccole cose. Saper vivere con poco, pur potendo avere molto, ci allena all’essenziale. Ci rende liberi dal consumismo sfrenato, dall’omologazione del firmato, dal lavorare per acquistare/esibire. E ci lascia più tempo per ritrovare il nostro baricentro emotivo quando problemi di lavoro, lutti, malattie, separazioni mettono alla prova il nostro corpo, la nostra mente, il nostro cuore.
Nel piccolo mondo delle vite individuali, come nel grande mondo sociopolitico, coltivare sobrietà e autonomia ci rende interiormente liberi, anche dal rischio di corruzione e di dipendenza che ci rende schiavi perpetui (e ogni scandalo pubblico è un monito). Ci illudiamo di aver valore perché imitiamo idoli mercificati, perché compriamo immagine con corruzioni e furti di vario tipo, e intanto in quel naufragio morale abbiamo venduto noi stessi. Schiavi mediocri e irrimediabili.
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Gentile Dssa Graziottin, mi perdoni se la butto sul personale, ma non e' lei che ha pubblicamente e candidamente dichiarato di aver rinunciato ad avere una famiglia per la carriera? Mi sembra un po' la vecchia storia del calzolaio con le scarpe rotte! E poi
smettiamola con questo spauracchio dei Cinesi e degli Arabi! I Cinesi e gli Arabi hanno una storia millenaria ancora in evoluzione, noi abbiamo i sindaci della Lega che non vogliono neanche celebrare i 150 anni di unita', poi vanno in giro a sciacquarsi la bocca parlando delle nostre tradizioni!
commento inviato il 10-01-2011 alle 23:06 da Fabio
GLI ARABI DELLE LIBERTA`
Gli arabi finanziano da 15 anni le libertà in Italia.
L'arabo più ricco del mondo, il principe saudita Al Waleed bin Talan (un patrimonio di 20 miliardi di dollari) e` socio di Berlusconi fin dal '95 e salvo` Mediaset da un indebitamento pauroso. Questo gli permise di "scendere in campo" e salvare tutti noi dalle spire del Komunismo e portando prosperità, ricchezza ed uno sviluppo economico in Italia, senza pari nell'intero pianeta. Ma soprattutto: tanta, tanta libertà. La sua innanzitutto... ma da qualcuno doveva pur cominciare!!
Rendiamo dunque grazie al Principe Al Waleed bin Talan, ed anche se dovessimo tutti convertirci per ripagarlo, sarebbe poca cosa rispetto ad essere rinchiusi in un gulag!!
Purtroppo questo munifico Principe e` vittima di una ignobile congiura catto-giudea-comunista, che lo porta ad essere "persona non gradita" a Washington per degli assurdi pettegolezzi che lo vorrebbero finanziatore di Bin Laden.
Ma Silvio Berlusconi: sa bene che servono tre gradi di giudizio per essere colpevoli e non cade nella trappola giustizialista americana.
E che dire del nuovo socio del Cavaliere: Tarak Ben Ammar e la loro NESSMA TV, da dove Silvio può lanciare i suoi inviti a venir in Italia a tutti i giovani Magrebini?
Vengono a portar la loro intelligenza, il loro sapere e tanto lavoro che ci pagherà la pensione a tutti!!
W Silvio, il maghrebino delle libertà!!
commento inviato il 10-01-2011 alle 22:57 da Omar
Ripartire dai fondamentali
Io, ex catto-comunista non pentito, l'esame lo faccio a te, caro Gianni, ma di 5a elementare pero'! Torna ai fondamentali, invece di cercare di imporre i tuoi fondamentalismi: in poche righe sei riuscito a sbagliare un verbo, una coniugazione, una doppia, la sintassi e la punteggiatura! E' per questo che gli extra comunitari ci prendono il lavoro! La baby sitter filippina di mio figlio era laureata in Scienze Informatiche e puliva il sedere a mio figlio: perche' dovrei aver assunto qualche insolente indigena? E comunque le insolenti indigene di sicuro non si sporcano le mani per lavorare...
commento inviato il 10-01-2011 alle 22:33 da Fabio
Parole sante.
I problemi li ha esaminati con cura, diligenza, e molta intelligenza. Le sue conclusioni estremamente corrette
LA POESIA DEI RICCHI
20 ore fa
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