Padova. Zaia sul Risorgimento

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Padova. Zaia: «Il Risorgimento è ancora
in corso». I venetisti fischiano il tricolore
Al Bo consiglio regionale straordinario per l'Unità d'Italia
Ruffato: «Il federalismo si ancora all'unità nazionale»




PADOVA - Guardare al passato per immaginare il futuro: i 150 anni dall'Unità d'Italia devono diventare l'eredita morale e insieme il volano per le sfide che attendono in campo sociale e politico. È il messaggio che il consiglio regionale del Veneto ha voluto lanciare da Padova in occasione della seduta straordinaria indetto nell'aula magna del Bo per ricordare l'anniversario dell'Unità d'Italia. A stringersi idealmente nel tricolore è stata tutta l'assemblea di Palazzo Ferro Fini, presieduta da Clodovaldo Ruffato, ma anche la giunta regionale, rappresentata dal governatore Luca Zaia, che per l'occasione ha sfoggiato una coccarda tricolore appuntatagli sulla giacca proprio dal presidente del consiglio regionale.

«Quel Veneto che si stringe attorno al tricolore - ha sottolineato Ruffato - è lo stesso che rivendica il federalismo, che certo pretende, a ragione, di utilizzare la ricchezza che produce, ma che sente contemporaneamente l'appartenenza a una storia comune, che non rinuncia a quella dimensione solidaristica che dà cuore e respiro a una nazione». Nel rivendicare un ruolo dell'Italia non vittima della storia ma protagonista della memoria, Zaia ha voluto citare in particolare Einaudi, «il quale diceva - ha ricordato - che l'autonomia è un diritto e quando tutti avranno l'autonomia il Risorgimento sarà unitario: il che significa che il Risorgimento è ancora in corso e stiamo tentando di completarlo con la riforma federalista dello Stato».

La seduta straordinaria al Bo si è aperta con gli interventi, oltre che di Ruffato e Zaia, del rettore dell'Università di Padova Giuseppe Zaccaria, del sindaco Flavio Zanonato, della presidente della Provincia di Padova Barbara Degani e le lectiones magistrales dello storico Piero Del Negro e del giurista Alberto Sciumé, entrambi docenti dell'ateneo. In precedenza vi è stato l'alzabandiera in Piazza dei Signori (già Piazza Unità d'Italia nel 1866), la rassegna dei reparti schierati e l'esecuzione dell'inno di Mameli, oltre alla deposizione di due corone d'alloro al monumento ai Caduti all'esterno di Palazzo Moroni e nell'atrio degli Eroi, che riporta i nomi degli studenti dell'ateneo padovano caduti nelle guerre d'Indipendenza.

Più volte nel suo intervento, il presidente Ruffato ha ricordato lo 'snodo' politico del federalismo. «Il processo federalista che sta vivendo in queste settimane dei passaggi decisivi - ha rilevato - è diverso da quello ipotizzato negli anni del Risorgimento. Ma il suo successo, come ci ha ricordato il capo dello Stato Giorgio Napolitano - ha continuato - potrà realizzarsi solo se si salda al mantenimento dell'unità nazionale». Una nota critica alle celebrazioni dell'Unità è venuta da Mariangelo Foggiato, di Unione Nordest, per il quale i veneti «a fatica si possono riconoscere in questo stato nazionale e il Veneto non sarà mai schiavo di Roma». Pierangelo Pettenò (RC) ha sottolineato il passaggio politico del federalismo, mentre Antonio Franchetto (Idv) ha indicato le responsabilità della politica nel creare divisioni negli italiani. Stefano Valdegamberi (Udc) ha invece evidenziato il traguardo dell'unità politica dell'Europa. Laura Puppato (Pd) ha tessuto un 'filo rosa' dei 150 anni dell'Unità attraverso alcuni brani di varie protagoniste, tra cui Tina Anselmi. Dario Bond (Pdl) si è invece scagliato contro i 'privilegi' del Trentino Alto Adige, domandandosi se ci sono ancora ragioni per avere regioni a statuto speciale. Poi, ha fatto un richiamo ai motivi per i quali essere orgogliosi di essere italiani, rivolgendo un pensiero di gratitudine ai militari caduti in Afghanistan. Non è intervenuto, invece, il capogruppo della Lega Nord, Federico Caner, lasciando che a rappresentare il Carroccio fosse il governatore Zaia.

Fischi insistenti da parte di un gruppo di una decina di aderenti al movimento Veneti - Veneto Stato, hanno accompagnato l'alzabandiera del tricolore che ha dato il via a Padova alle cerimonie per i 150 anni dell'unità d'Italia. Ai fischi hanno risposto alcuni cittadini, presenti alla cerimonia, che hanno più volte gridato «andatevene» all'indirizzo dei manifestanti. Il gruppo è stato immediatamente fatto allontanare da Polizia e Carabinieri.

«Il tricolore è la bandiera degli occupanti», ha spiegato Patrick Riondato, leader del movimento venetista, mostrando una bandiera del Veneto e della Sicilia. «Abbiamo voluto protestare - ha aggiunto preannunciando la presenza di un centinaio di aderenti al movimento alla manifestazione di questo pomeriggio a Verona - dopo quello che è successo ieri con il Veneto nuovamente sott'acqua». In tarda mattinata Riondato ha annunciato l'allestimento di un gazebo in centro a Padova. «Questo per festeggiare la Repubblica delle banane - ha concluso - ormai arrivata alla frutta».

Giovedì 17 Marzo 2011 - 10:44 Ultimo aggiornamento: 19:14





Sono presenti 122 COMMENTI ► VISUALIZZA TUTTI I COMMENTI Scrivi un commento

commento inviato il 17-03-2011 alle 21:08 da Luca
A me fan più ridere quei 4 Veneti con ambizioni separatiste che credono di avere tutte le verità in tasca...se non vi sta bene di "mantenere" un paese e sperate che questo si desintegri, perchè non ve ne andate e basta? E lasciate questo paese, così brutto e sanguisuga a vostro dire, a chi lo rispetta?
commento inviato il 17-03-2011 alle 21:59 da fede


W il Veneto
Io NOn ho festeggiato, e ne sono orgoglioso!
commento inviato il 17-03-2011 alle 21:53 da Luigi


Veneti e sempre più piccinini.......
Cari venetisti. Perchè "venetisti"?
Io sarei "trevigianista". Come la Serenissima fu uno stato,anche il comune di Treviso fu libero. Poi Venezia la dominante lo dominò. Niente diritto di voto, niente partecipazione alla direzione dello stato per i trevigiani, Dittatura di Venezia.
Però.a pensarci bene...... Per noi della pedemontana, forse i trevisani sono dei terronetti invadenti. Vogliamo la libera repubblica della Pedemontana. Vogliamo la squadra pedemontana ai mondiali di calcio.Noi della pedemontana siamo sfruttati, la provincia di Treviso spende solo per la sua metropoli e dintorni. Treviso i ne ciucia i schei.
Anzi,ora che ci penso,noi di Casella S:Apollinare non vogliamo stare sotto il comune di Asolo. Ci sfruttano per fare i mercatini e il turismo. E a noi le buche nelle strade e i supermarkets discount per immigrati, Basta! Libertà! Secessione!
E per favore,noi di Casella non abbiamo niente a che fare con quei buei di S.Apollinare, che hanni solo il cimitero.
commento inviato il 17-03-2011 alle 21:49 da cesare



Certo che, leggendo i commenti, mi rendo conto che è veramente dura fare entrare in testa alla gente che Veneto Stato non c'entra nulla con la Lega Nord!!! Siete duri eh!!!
Assolutamente ridicoli poi questi "patrioti" italioti che non si rendono conto che loro per lo stato italiano sono solo dei polli da spennare. Ma del resto a chi ha ricevuto il lavaggio del cervello tricolore, basta sentire l'inno massonico di Mameli e vedere giocare gli azzurri per essere felici...E poco importa se dalla gloriosa Serenissima, sono passati ad essere sudditi dello stato più ridicolo, corrotto e indebitato dell'intero occidente.
Saluti dalla Lombardia e sinceri auguri agli indipendentisti veneti
commento inviato il 17-03-2011 alle 21:08 da Luca



x morellalo leandro-vi-
"Io mi auguro solo che questa misera italietta si disintegri in mille pezzi"

Impossibile: solo il misero cervello di certi illusi bauchi ha fatto questa fine......


commento inviato il 17-03-2011 alle 21:06 da Loris



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