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martedì 29 maggio 2012
GLI ABORIGENI AUSTRALIANI, NOTIZIE
Aborigeni australiani che intagliano un pezzo di legno
Gli Aborigeni, gli umani più antichi
Gli abitanti autoctoni dell'Australia sono conosciuti come aborigeni. Secondo alcune ricerche abiterebbero i territori del Mainland da oltre 60.000 anni, provenienti probabilmente dal sud-est asiatico. Conosciamo più da vicino gli aborigeni australiani.
STORIA DEGLI ABORIGENI
La parola aborigeno deriva dal latino “ab origine”, che significa “sin dall'origine”, e sta dunque ad indicare i popoli originari del territorio australiano, le popolazioni indigene. Seppure il termine possa avere valenza di comune aggettivo, è oggi utilizzato quasi esclusivamente per identificare gli indigeni australiani.
Nel XVIII secolo, all'arrivo dei colonizzatori dall'Europa, gli aborigeni erano principalmente popolazioni di cacciatori e raccoglitori, la cui vita era intimamente legata ai ritmi naturali. Si stima esistessero decine di gruppi di nativi su tutto il territorio australiano, ciascuno dei quali dotato di una propria lingua e di particolari abitudini di vita.
La colonizzazione europea, che prese il via nel 1788, decimò sostanzialmente la popolazione aborigena, sia per le numerose malattie introdotte che per una politica tutt'altro che tollerante, culminata in numerosi omicidi e nell'espropriazione di territori alle popolazioni locali, che tra l'altro non conoscevano la proprietà privata.
Dopo decenni di difficile convivenza, dal 1967 è stato riconosciuto agli aborigeni il diritto di voto, ed i discendenti di numerose tribù locali vivono oggi nelle grandi città dell'Australia.
L'ARTE ABORIGENA
Quelli che un tempo erano strumenti al servizio di una cultura autentica, oggi si sono trasformati in attrazioni turistiche o icone del continente australiano. Parliamo ad esempio del boomerang o del didjeridoo (uno strumento a fiato), ma anche delle numerose pitture rupestri o delle opere d'arte ispirate alla dimensione del sogno, tanto cara agli aborigeni.
RISERVE ABORIGENE
Oggi la popolazione aborigena d'Australia conta oltre 200.000 unità, disseminate tra le grandi città ed i piccoli centri delle zone più remote del continente. Esistono anche diverse “riserve aborigene”, ossia luoghi dove la cultura aborigena è protetta, come la grande riserva di Arnhem nel Northern Territory.
STORIA DEGLI ITALIANI IN AUSTRALIA
Il legame tra Italia ed Australia è antico e solido. La storia degli italiani in Australia comincia ancor prima di James Cook, con le mappe disegnate da Padre Vittorio Riccio, e prosegue con le testimonianze di Giacomo Mario Matra, esploratore che viaggiò proprio con Cook.
Fu attorno al 1825 che dal canton ticino emigrarono i primi svizzeri italiani, seguiti dall'attività di numerosi missionari. Anche l'instancabile Garibaldi toccò le coste australiane nel 1853 con la sua nave. Ma fu con la scoperta dell'oro che si mosse una seconda e più fitta ondata di migranti. Nino Bixio raggiunse Sydney nel 1855 portando con sé un buon manipolo di emigranti.
Le tracce del passaggio degli italiani sono anche nella toponomastica. A nord del New South Wales sorge la cittadina di “New Italy”, fondata da un gruppo di persone di origine veneta dopo il fallimento di una spedizione in Nuova Zelanda. Ma troviamo anche città con nomi marcatamente italiani, da Roma a Bronte sino a Verona o Sorrento.
Ondate migratorie ancor più massicce ebbero luogo dopo la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, per cessare quasi del tutto verso la fine degli anni 60.
GLI ITALIANI IN AUSTRALIA OGGI
La recente crisi economica che ha investito l'Europa ha spinto negli ultimi anni numerosi italiani a cercare fortuna in Australia. Le ultime cifre parlano di circa 120.000 italiani residenti nel paese, ai quali aggiungerne oltre 850.000 di origine italiana. Un censimento del 2001 ha inoltre dimostrato che la lingua italiana è la seconda lingua più parlata nel paese dopo l'inglese.
A differenza dei migranti del dopoguerra, però, quelli di oggi sono giovani, relativamente benestanti e spesso hanno alle spalle un lungo percorso di studi.
Le città più “italiane” del Paese sono Melbourne (oltre 70.000 italiani) e Sydney (attorno ai 45.000).
Gli animali in Australia
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Non c'è bisogno di essere dei naturalisti per conoscere le stranezze della fauna australiana. Se koala e canguri sono oramai nell'immaginario collettivo, di bizzarri e semisconosciuti animali in Australia ne troveremo a decine. Non senza ulteriori sorprese.
MARSUPIALI ED ALTRI
La fauna australiana è ricca di animali unici al mondo, preservatisi grazie al relativo isolamento del continente. I mammiferi marsupiali, ad esempio, li troviamo solo qui. Il loro esponente più noto è certamente il canguro, presente sul territorio con circa 50 specie e particolarmente diffuso. Altri marsupiali tipici sono il Koala, golosissimo di foglie di eucalipto, l'opossum, il vombato, il bandicoot ed il numbat. In Tasmania troviamo il caratteristico diavolo di Tasmania, carnivoro e molto aggressivo nonostante le piccole dimensioni. Altro carnivoro molto diffuso è il dingo, un canide selvatico proveniente forse dall'Asia.
Sicuramente curiosi l'ornitorinco, un caratteristico mammifero dotato di una sorta di becco, e l'echidna, un piccolo formichiere spinoso della famiglia degli ornitorinchidi.
Anche tra gli uccelli ritroviamo specie caratteristiche ed endemiche come il casuario, l'emù, il kookaburra, l'uccello lira, diversi pappagalli, pinguini, sule ed uccelli di mare.
ANIMALI VELENOSI
L'Australia è nota ai viaggiatori anche per il gran numero di animali velenosi e pericolosi che la popolano. A parte il grande Crocodylus porosus, tutt'altro che una lucertolina, non vi sono in Australia grandi carnivori tra rettili e mammiferi. Il pericolo viene soprattutto da serpenti ed altri animali in grado di iniettare potenti veleni, anche se le statistiche su decessi ed incidenti dimostrano che il rischio di incontrare questi animali non è mai elevato.
Tra la fauna marina l'animale più pericoloso è certamente lo squalo, ma vi sono piccole meduse come la Chironex fleckeri che sono in grado di uccidere un uomo nel giro di pochi minuti. Molto pericolose anche le fisalie (Physalia pelagica) o il conus, un mollusco la cui puntura può essere letale. C'è anche un polipo, il blue ringed octopus, che secerne sostanze velenosissime, come il temibile pesce pietra, non impossibile da incontrare in acque basse.
Una parentesi a parte meritano i serpenti australiani: su tutti il temibile taipan, tra i più velenosi e letali al mondo, non facilissimo da incontrare perchè piusttosto schivo. Ancora, in Australia ci si può imbattere in numerose specie di ragni, anche di grandi dimensioni. I più pericolosi sono il Redback, una specie di vedova nera, ed il Funnel-web, che si può incontrare anche in pieno centro a Sydney.
DA: WIKIPEDIA
Vengono detti aborigeni gli australiani appartenenti alle popolazioni autoctone dell'Australia.
I loro antenati vi giunsero probabilmente 60.000 anni fa, benché la datazione rimanga tuttora incerta.
Indice [nascondi]
1 Denominazione
2 Storia
2.1 Prima della colonizzazione
2.2 La colonizzazione britannica
2.3 Il XX secolo
2.4 Storia recente
3 Aborigeni famosi
3.1 Sport
3.2 Spettacolo
3.3 Politica e arte
4 Voci correlate
5 Altri progetti
6 Collegamenti esterni
Denominazione [modifica]
La parola aborigeno (dal latino ab origine, "fin dall'origine"), in uso in inglese fin dal XVII secolo col significato di "indigeno", è stata usata in Australia sin dal 1789 e divenne presto il nome accettato per gli indigeni australiani. Anche in italiano il termine "aborigeno", benché semplice sinonimo di "indigeno" o "autoctono", ha un uso piuttosto ristretto e di fatto viene usato prevalentemente quando si parla di aborigeni australiani.
Mentre in italiano "aborigeno" vale sia come nome che come aggettivo, in inglese Aboriginal è un aggettivo e Aborigine è un sostantivo. È quindi corretto usare le locuzioni Aboriginal Australians o Australian Aborigines, ma non Australian Aboriginals. Inoltre, agli aborigeni piace sempre meno essere chiamati Aborigines. Le espressioni più usate oggi sono Aboriginal people o indigenous Australians.
Tra le numerose e differenti lingue aborigene alcune delle parole usate per indicare l'appartenente al popolo aborigeno sono
arelhe o tyerrtye nel gruppo delle lingue arandiche
anangu nei linguaggi dei deserti occidentali
yapa nel gruppo linguistico Ngarrkic
koori nella tribù Awakabal vicino Newcastle (Nuovo Galles del Sud)
murri nel Queensland meridionale
noongar, nyungar o nyoongah nell'Australia Occidentale
nunga nell'Australia Meridionale
palawah in Tasmania
yolnu in lingua Yolŋu, nell'Arnhem nordorientale.
Invece per indicare i non aborigeni, per esempio abbiamo
kardiya nel gruppo linguistico ngarrkico
lhentere o warlpele nel gruppo arandico
piranpa o walypala nei linguaggi dei deserti occidentali
Storia [modifica]
Prima della colonizzazione [modifica]
Giovani aborigeni all'incontro con gli europei
Un'incisione rupestre nel parco nazionale di Ku-Ring-Gai
Al tempo del loro primo contatto con i colonizzatori europei, nel tardo XVIII secolo, i nativi australiani erano prevalentemente popoli di cacciatori-raccoglitori in possesso di una ricca cultura orale e valori spirituali basati sulla venerazione della terra e sulla fede nel "sogno", inteso contemporaneamente come l'antica epoca della creazione del mondo (il cosiddetto dreamtime, o "tempo del sogno") e l'attuale realtà del sognare (dreaming).
L'esatta epoca di arrivo degli antenati degli aborigeni è oggetto di disputa tra gli archeologi. L'opinione più accreditata è che giunsero dall'Indocina più di 50.000 anni fa: questo significa che si sono succedute in Australia oltre 2500 generazioni. La data di 50.000 anni fa è basata su alcune misure di termoluminescenza eseguite in siti archeologici dell'Australia settentrionale. Un gran numero di siti è stato datato tramite il radiocarbonio a circa 40.000 anni fa, portando alcuni ricercatori a dubitare dell'accuratezza del metodo a termoluminescenza. La datazione a termoluminescenza del sito di Jinmium nel Northern Territory ha indicato per l'insediamento un'età di 120.000 anni. Benché questo risultato abbia avuto vasta eco sulla stampa, è ancora messo in dubbio dalla maggior parte degli archeologi.
Per gli aborigeni la nudità era simbolo di maturità ed era prerogativa degli uomini. Le donne aborigene, infatti, si vestivano con delle tuniche, mentre i maschi erano suddivisi in categorie: gli anziani e i capi indossavano tuniche, perché erano membri di prestigio, i bambini si coprivano con un gonnellino, in quanto ritenuti non ancora maturi. Gli uomini tra i 30 e i 50 anni si coprivano le natiche lasciando vedere gli organi genitali (i genitali maschili erano simbolo dell'età adulta), i ragazzi tra gli 11 e i 17 anni coprivano i genitali e non il sedere (perché le natiche stavano a simboleggiare la giovinezza) mentre i giovani tra i 18 e i 29 anni erano completamente nudi, simbolo del passaggio tra la giovinezza e l'età adulta.
Oggi i membri delle tribù che vivono vicino alle città sono vestiti quasi normalmente, mentre quelli che abitano in terre più isolate sono sempre nudi, specialmente i giovani maschi.
I popoli aborigeni sono sopravvissuti a molti mutamenti climatici e si sono stabilmente adattati a diversi ambienti. C'è molto dibattito su quanto gli aborigeni abbiano modificato il proprio ambiente. Una delle controversie ruota attorno al loro presunto ruolo nell'estinzione dei grandi marsupiali; per alcuni da attribuirsi alle sole modificazioni climatiche, per altri al loro essere facile preda dei cacciatori in quanto grossi e lenti. Una terza ipotesi è invece legata ad un'estinzione indiretta dovuta alla modificazione del loro habitat.
Anche le modificazioni ambientali apportate dagli aborigeni, in special modo attraverso l'uso del fuoco, sono oggetto di controversia. È accertato che gli aborigeni usassero il fuoco per un'ampia serie di scopi - dall'incoraggiare la crescita di piante commestibili e di foraggio per le potenziali prede, al ridurre il rischio di grandi incendi devastanti, al rendere più facili i trasporti, all'eliminare i parassiti, all'uso rituale ed al semplice "tenere pulito". C'è disaccordo, tuttavia, nel valutare l'impatto che l'utilizzo del fuoco possa aver avuto in modifiche a grande scala della vegetazione continentale.
Nonostante la loro nomea di "superstiti" dell'età della pietra, è provato che la cultura aborigena è cambiata nel tempo. La pittura rupestre in svariate località dell'Australia settentrionale consiste in una sequenza di diversi stili legati ai diversi periodi storici. Harry Lourandos è il principale promotore della teoria che ipotizza un'intensificazione dell'attività di caccia e raccolta tra 5000 e 3000 anni fa. Tale intensificazione ha portato ad un aumento dell'impatto umano sull'ambiente (ad esempio la costruzione di trappole per i pesci nell'attuale stato di Victoria), alla crescita della popolazione, all'aumento degli scambi tra i gruppi, ad una più complessa struttura sociale e ad altri cambiamenti culturali. In questo periodo si nota, inoltre, un cambiamento negli utensili di pietra, con lo sviluppo di punteruoli e raschiatoi più piccoli ed elaborati.
Vi sono stati molti gruppi aborigeni diversi, ognuno con una propria cultura, religione e lingua, si contano circa 200 lingue diverse al momento del contatto con gli europei. Queste culture si sovrapposero in maniera più o meno ampia e si evolsero nel tempo. Anche gli stili di vita presentavano un'ampia varietà; l'immagine stereotipata dell'orgoglioso cacciatore che si erge nudo su una gamba sola tra le sabbie rosse del deserto australiano non ha validità generale. In epoca contemporanea, ad esempio, c'erano nello stato di Victoria due distinte comunità con un'economia basata sulla piscicoltura in acqua dolce, una a nord sul fiume Murray, un'altra a sud-ovest vicino ad Hamilton che commerciavano con altri gruppi provenienti anche dall'area di Melbourne.
La colonizzazione britannica [modifica]
La popolazione aborigena è stata decimata dalla colonizzazione, iniziata nel 1788. Una combinazione di malattie, perdita della terra (e quindi fonte di cibo) e omicidi ha ridotto la popolazione aborigena di circa il 90% tra il XIX secolo ed il XX secolo. Un'onda di massacri e tentativi di resistenza si mosse con la frontiera. L'ultimo massacro fu a Coniston, nel Northern Territory, nel 1928. Molte volte si è ricorso all'avvelenamento di cibo e acqua.
La varicella, il vaiolo, l'influenza, le malattie veneree ed il morbillo si diffusero ampiamente tra il XVIII ed il XIX secolo. Le popolazioni aborigene non avevano alcuna conoscenza delle malattie europee e pochissima della resistenza immunitaria che gli europei avevano evoluto nel corso dei secoli. Si stima che la scomparsa del 90% della popolazione aborigena sia stata il risultato dei contagi che precedettero l'espandersi dei coloni europei. Nell'arido centro del continente, dove vissero piccole comunità distribuite su un'area molto vasta, il declino della popolazione fu meno marcato e le comunità aborigene poterono continuare a vivere in qualche modo secondo le loro abitudini fino alla fine del XIX secolo ed, in alcuni casi, anche fino al secolo successivo.
Tuttavia i coloni europei si addentrarono nel continente appropriandosi di piccole ma vitali parti del territorio per il loro uso esclusivo ed introducendo pecore, conigli e bovini, che, esaurendo le aree fertili, minarono la capacità della terra di sostenere le specie locali, vitali per l'economia aborigena.
In generale, i primi coloni europei furono bene accolti, o comunque tollerati, ma vi furono a volte violenti conflitti. Nel Northern Territory, sia europei isolati - spesso viaggiatori - che pescatori giapponesi furono feriti a morte con relativa regolarità fino all'inizio della seconda guerra mondiale, nel 1941.
Il XX secolo [modifica]
L'indipendenza dell'Australia dal Regno Unito cambiò poco nelle relazioni tra bianchi ed aborigeni. Il prosperare degli allevamenti degli europei portò con sé molti cambiamenti. L'appropriazione della terra ed il diffondersi degli allevamenti su vaste aree rese lo stile di vita degli aborigeni meno praticabile, ma fornì anche una fonte alternativa di carne fresca per coloro disposti a correre il rischio di andare a prendersela.
Mano a mano che i grandi allevamenti di bovini ed ovini si estendevano sull'Australia interna, gli uomini, le donne ed i bambini aborigeni divennero una significativa fonte di forza lavoro, solitamente su base volontaria, ma a volte in condizioni di schiavitù di fatto. Per i lavoratori europei, la vita nell'interno era dura, pericolosa e poco remunerativa. Per i lavoratori aborigeni era persino peggio, con i salari limitati al minimo del cibo e di altri generi di minima necessità, specialmente nei primi anni. Tipicamente, un mandriano aborigeno poteva arrivare a guadagnare metà di un europeo che facesse lo stesso lavoro. Questo stato di cose è durato fino al 1965, con l'introduzione della legge che parifica i salari che, paradossalmente, ha portato ad un aumento della disoccupazione e del disagio sociale.
Lavoratori aborigeni sono stati impiegati anche presso alcune imprese nel nord per la pesca delle perle.
Durante la prima metà del XX secolo, diversi stati si dotarono di istituti di assistenza sociale per i nativi. Questi instaurarono l'uso di separare i bambini dalle loro famiglie basandosi sul colore della pelle; i bambini dalla pelle più chiara venivano sottratti con la forza alle loro famiglie; spesso i genitori aborigeni arrivarono a scurire la pelle dei loro figli per poterseli tenere. Questo aspetto della storia aborigena è ancora aperto ed oggetto di vivo dibattito.
La costituzione australiana non riconosceva agli aborigeni il diritto di voto. Nel 1967 è stato indetto un referendum per permettere ai nativi australiani di votare e consentire al governo federale di emanare leggi per i nativi australiani. Il referendum ha avuto successo, un'ampia maggioranza ha votato a favore degli emendamenti costituzionali proposti.
Storia recente [modifica]
Molti aborigeni oggi vivono nelle città, ma un numero consistente vive in insediamenti in remote aree dell'Australia rurale. Entrambi i gruppi affrontano ancora problemi di salute e difficoltà economiche le cui cause e le cui soluzioni sono ancora questioni politiche dibattute.
Il governo australiano ha avviato un processo che ha chiamato "Reconciliation" (riconciliazione). Alcuni ex primi ministri, tra cui Bob Hawke e Malcolm Fraser hanno compiuto numerosi gesti simbolici e tenuto discorsi a sostegno del rispetto della cultura aborigena. Nel 1972, la Aboriginal Tent Embassy (la tenda dell'ambasciata aborigena) fu piantata sui gradini del Parlamento di Canberra, la capitale australiana. La protesta dura da oltre trent'anni per rivendicare la sovranità aborigena.
Nel 1994 la High Court australiana ha pronunciato il suo verdetto sul caso Mabo, dichiarando invalido il precedente concetto legale della terra nullius. Questa decisione ha riconosciuto legalmente la presenza di nativi australiani in Australia antecedente all'insediamento britannico. La legislazione è stata quindi impugnata e modificata per riconoscere i diritti dei nativi sulla terra australiana.
Nel 1999 è stato tenuto un referendum per cambiare la Costituzione australiana includendovi un preambolo che, tra gli altri punti, riconosce l'occupazione dell'Australia da parte dei nativi australiani antecedente all'insediamento britannico. Questo referendum ha subito una grande sconfitta, anche se il riconoscimento dei nativi australiani nel preambolo è stato eclissato nella discussione dal quesito principale che era se diventare o no una repubblica. Più recentemente, nel 2004, il governo federale australiano sta procedendo per abolire il Aboriginal and Torres Strait Islander Commission (ATSIC) che è stata la principale organizzazione degli aborigeni australiani.
Il 13 febbraio 2008 il neo-primo ministro Kevin Rudd ha mantenuto una sua promessa elettorale presentando le scuse ufficiali alle popolazioni Aborigene per la "Stolen Generation" (la generazione perduta):
«Chiediamo scusa per le leggi e le politiche di successivi parlamenti e governi, che hanno inflitto profondo dolore, sofferenze e perdite a questi nostri fratelli australiani. Chiediamo scusa in modo speciale per la sottrazione di bambini aborigeni e isolani dello stretto di Torres dalle loro famiglie, dalle loro comunità e le loro terre. Per il dolore, le sofferenze e le ferite di queste generazioni rubate, per i loro discendenti e per le famiglie lasciate indietro, chiediamo scusa. Alle madri e ai padri, fratelli e sorelle, per la distruzione di famiglie e di comunità chiediamo scusa. E per le sofferenze e le umiliazioni così inflitte su un popolo orgoglioso e una cultura orgogliosa chiediamo scusa. Noi parlamento d'Australia rispettosamente chiediamo che queste scuse siano ricevute nello spirito in cui sono offerte come contributo alla guarigione della nazione. Per il futuro ci sentiamo incoraggiati nel decidere che ora può essere scritta questa nuova pagina nella storia del nostro grande continente. Noi oggi compiamo il primo passo nel riconoscere il passato e nel rivendicare un futuro che abbracci tutti gli australiani. Un futuro in cui questo parlamento decide che le ingiustizie del passato non debbano accadere mai, mai più. Un futuro in cui si uniscano la determinazione di tutti gli australiani, indigeni e non indigeni, a chiudere il divario fra di noi in aspettativa di vita, educazione e opportunità economiche. Un futuro in cui abbracciamo la possibilità di nuove soluzioni per problemi duraturi, dove i vecchi approcci hanno fallito. Un futuro basato su mutuo rispetto, comune determinazione e responsabilità. Un futuro in cui tutti gli australiani, di qualsiasi origine, siano partner veramente alla pari, con pari opportunità e con un pari ruolo nel dare forma al prossimo capitolo nella storia di questo grande paese, l'Australia».
Aborigeni famosi [modifica]
Sport [modifica]
Molti aborigeni si sono integrati nella vita australiana eccellendo nello sport, specialmente nel football australiano.
Evonne Goolagong, campionessa di tennis che ha vinto sette titoli del "Grande Slam".
Douglas Nicholls, uno Yorta Yorta dapprima stella del football, quindi prete e primo governatore aborigeno di uno stato australiano.
Graham Farmer, noto anche come "Polly" Farmer, un Noongar considerato da molti il più grande giocatore di football australiano.
Cathy Freeman, atleta olimpica.
Michael Long e Nicky Winmar, giocatori di football che hanno pubblicamente attaccato il razzismo nel loro sport.
Gavin Wanganeen e Adam Goodes, vincitori della medaglia Brownlow, il più alto titolo individuale nel football.
Patrick Johnson, atleta; il primo uomo di origine non africana a scendere sotto la barriera dei 10 secondi nei 100 metri; padre bianco e madre aborigena.
Lionel Rose, pugile.
Patrick Mills, giocatore di pallacanestro nella lega statunitense NBA.
Nathan Jawai, giocatore di pallacanestro nella lega statunitense NBA con i Dallas Mavericks.
Geoff Huegill, nuotatore vincitore di due medaglie olimpiche.
Spettacolo [modifica]
Kerrianne Cox, cantante e compositrice delle sue canzoni.
Djalu Gurruwiwi, anziano dei Galpu e custode della tradizione del didjeridoo.
Mark Atkins, suonatore di didjeridoo di fama mondiale.
Ernie Dingo, attore e presentatore televisivo.
David Gulpilil attore cinematografico e televisivo.
David Hudson, musicista di fama mondiale specializzato nel didjeridoo.
George Rrurrambu della band Indigenous Roots.
Mandawuy Yunupingu della rock band Yothu Yindi.
The Stiff Gins, un gruppo acustico contemporaneo di tre donne indigene.
Christina Anu originaria di Torres Straight Island.
The Bangarra Dance Company compagnia di danza moderna.
Politica e arte [modifica]
John Ah Kit, ministro in carica del Northern Territory
Neville Bonner, primo membro aborigeno del Parlamento australiano
Ernie Bridge, ex ministro dello stato della Western Australia
Linda Burnley, membro del Parlamento del New South Wales
Burnum Burnum, attivista, attore, artista, scrittore, educatore, atleta, narratore
Isabell Coe, attivista dei diritti civili aborigeni
Carol Martin, membro del Parlamento della Western Australia
Mudrooroo, scrittore e commediografo
Albert Namatjira, artista
Oodgeroo Noonuccal, poetessa, artista, educatrice, attivista
Pat O'Shane, magistrato del New South Wales
Charles Perkins, primo laureato aborigeno e quindi senior public servant
Aden Ridgeway, senatore del New South Wales
David Unaipon, predicatore, inventore, scrittore, compare sulla banconota da 50$ australiani
Marion Scrymgour La prima donna aborigena eletta nel parlamento del Northern Territory
Mary Carmel Charles, scrittrice
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