giovedì 23 agosto 2012
Stampa. Noi, la generazione perduta che sogna...
Mariangela Vaglio
Noi, la "Generazione perduta" che sogna
un'Italia moderna e piena di opportunità
Una delle autrici del manifesto dei 30-40enni citato da Monti:
«Pagheremo il conto, ma vogliamo regole uguali per tutti»
di Mariangela Vaglio *
Una mattina ti alzi e leggi che il Presidente del Consiglio ha detto che la tua è una “generazione perduta”: una generazione, in pratica, destinata al macello sociale e personale, perché qualcuno deve pagare i conti degli sprechi e della malagestione precedente, e qual qualcuno sono i 30/40enni di cui tu fai parte, che dovranno rinunciare a servizi e pensioni garantiti bene o male ai padri e agli zii.
Non che non te fossi già accorto che quel conto sarebbe arrivato da saldare a te. Hai 30/40 anni, non sei più un bambino, non credi più alle favole, e due rapidi conti te li sei già fatti in tasca da mo. Ma sentirselo dire così, con una frase che taglia anche la speranza di un miglioramento nel futuro, non solo fa male, fa proprio girare le scatole. Perché va anche bene accettare che dovrai essere tu a saldare conti che non sono nemmeno del tutto tuoi per permettere allo Stato di ripartire, ma allora, in cambio, pretendi almeno che alcune regole di base siano chiare e siano messe bene per iscritto; altrimenti, invece che un cittadino che contribuisce ai bisogni dello Stato, ti senti solo un parco buoi.
Nasce così il Manifesto della Generazione Perduta, pubblicato da un gruppo di 30/40enni su internet ai primi di Agosto, e diventato un caso non solo perché, nonostante il periodo di ferie, ha raccolto in pochi giorni qualche migliaio di adesioni, ma anche perché due giorni fa, dal palco del Meeting di Rimini, lo stesso Presidente del Consiglio Mario Monti lo ha citato, chiarendo che quando ha usato quel termine “perduta”, non intendeva affatto dichiarare che la speranza era del tutto persa.
I promotori dell'iniziativa, di cui faccio parte, sono tutti 30/40enni che lavorano nei campi più disparati: liberi professionisti, insegnanti, dipendenti e imprenditori. Siamo tutti già inseriti nel mondo del lavoro da anni, e il nostro manifesto era un modo per renderci visibili anche al di là degli stereotipi che circolano su di noi: siamo una generazione che viene dipinta spesso come un gruppo di eterni immaturi e “bamboccioni”, che aspetta la manna dal cielo di un posto fisso a casa di mamma e papà, o si tiene lontana dalla politica per coltivare il proprio orticello personale e cercare individualmente il successo. Non è proprio così.
Anche se in Italia a 40 anni sei presentato come il perennemente “giovane”, noi siamo adulti: abbiamo costruito le nostre vite spesso dovendo affrontare delle condizioni che erano diversissime da quelle dei nostri genitori, in una società che già era più instabile e precaria; ci siamo già dovuti inventare lavori che fino a pochi anni fa non esistevano, o reinventare in nuove forme quelli “vecchi”, siamo stati flessibili, attenti alle esigenze del mercato, abituati a fare gli equilibristi fra forme di contratti e di collaborazioni atipiche e i giocolieri fra gli orari di lavoro per riuscire a tenere in piedi anche una vita privata e una famiglia. Ci siamo formati competenze, abbiamo acquisito esperienze utili non solo per noi, ma per tutti.
E adesso, se proprio dobbiamo essere noi (come è anche giusto, visto che siamo la parte adulta e produttiva del paese) a sostenere i maggiori costi, non solo economici, per consentire all'Italia di riprendersi, vogliamo però che siano anche fissate e rispettate delle regole base valide per tutti. Perché rimettere in sesto un paese non può essere solo una operazione “matematica” legata al far quadrare i conti: un paese riparte, e le generazioni non si sentono più “perdute” e ancora peggio “prese in giro” se sono certe che da oggi in poi la mentalità di una certa parte del paese andrà fuori corso come una moneta vecchia.
Sogniamo un paese moderno, in cui chi ha voglia di fare e di lavorare trovi spazio per farlo, tutti partono alla pari e in cui chi è competente non si vede ostacolato da incomprensibili pastoie o messo da parte per fare spazio a chi ha appoggi in alto loco. Rivendichiamo, insomma, la necessità di premiare la serietà delle persone che amano il proprio lavoro, in qualunque campo operino, lo sanno fare bene e vanno perciò incoraggiate e premiate, perché è così che un paese avanza e soprattutto che si riacquistano la fiducia, si combatte il disfattismo e si ridà dignità a tutti.
Per ora “Generazione Perduta” non è né un movimento politico né altro. Sull'onda però del successo ottenuto in termini di adesioni, probabilmente si organizzerà nei prossimi mesi per cercare distilare un insieme di proposte concrete e raccogliere idee da mettere poi in pratica. Scoprire che, partendo dal web – questo strumento che per i 30/40enni è ormai un mezzo di comunicazione naturale – dei privati e sconosciuti cittadini come noi possono arrivare ad essere letti e ottenere riscontri anche dal Presidente del Consiglio, è stata una iniezione di fiducia e di ottimismo. Quindi abbiamo intenzione di continuare. Non solo per i 30/40enni come noi. Per tutti.
* insegnante e giornalista veneziana, autrice del blog "Il nuovo mondo di Galatea", scrive anche su Tech Economy
Mercoledì 22 Agosto 2012 - 17:03 Ultimo aggiornamento: 17:28
Sono presenti 15 COMMENTI ► VISUALIZZA TUTTI I COMMENTI Scrivi un commento
Buonsenso perduto
Io dico che di perduto in Italia c'è solo il buonsenso e che se in tempi rapidi non si passerà ad uno svecchiamento (anche di pensiero) delle mostre classi dirigenti e del nostro ordinamento, non faremo molti passi avanti perchè si guarderà sempre il mondo da occhi che occupano quegli scranni da 60anni. Occhi che non hanno una percezione concreta di quello che accade tra i "giovani" e non solo quarantenni!
Io come tanti mi sono "inventato" un lavoro e lo svolgo con soddisfazione seppur tra mille sacrifici e insidie ... e da prossimo quarantenne mi sento sfiduciato e senza sviluppi previsionali, ma ciononostante felice per quello che sto facendo.
commento inviato il 22-08-2012 alle 22:53 da Lois
Macchinazione del 'vero potere' e utili idioti
I ricchi hanno montagne di denaro accumulato esentasse in Svizzera, Cayman Islands, Montecarlo, Lussemburgo, Hong Kong mentre le fabbriche patrimonio di generazioni di italiani sono state trafugate là dove vige la schiavitù e il lavoro infantile.
Mentre le pensioni sono tassate 'a sangue' i patrimoni finanziari pagano il 12,5 % secco e non devono essere menzionati nella dichiarazione dei redditi con l'assurdo di vedere alcuni ricchi godere di prestazioni sociali gratuite.
Si deve ripartire con 1200.- euro netti al mese per tutti. La mia pensione lorda ammonta ora al triplo.
L'elite che costituisce il vero potere (occulto) già scommette qui come negli USA su una guerra civile fra generazioni e fra gruppi etnici,
commento inviato il 22-08-2012 alle 22:42 da Alvaro
@josue secondo
vengo io a lavorare per 25 euro ora alla settimana!cerchi operai?
commento inviato il 22-08-2012 alle 21:07 da ele
La mia generazione italiana dei trentenni
Deve prendere spunto dagli stranieri più umili che hanno voglia di lavorare e si adattano.
Mi riuscirebbe difficile assumere a tempo indeterminato persone che si presentano con l'orecchio pieno di orecchini ed il corpo tatuato. Il look conta nel senso che pretendo umiltà e sobrietà come inizio e non stupidaggini addosso, altrimenti mi arrangio e non assumo nessuno perchè una volta assunto un dipendente se non è efficiente sono guai mandarlo via.
I curriculum non mi interessano, guardo l'impressione che mi fa una persona a prima vista, non mi piacciono i trasgressivi e simili che pensano di far bella figura con certa roba addosso ed il fisico pompato in palestra.
commento inviato il 22-08-2012 alle 20:49 da Raffaele
ma quale generazione perduta
e' il paese che e' finito, finita la dignita' dei lavoratori e divorati i risparmi delle famiglie. siamo ormai in un processo di sudamericanizzazione irreversibile dove ci sono da una parte le favelas dei subproletari e dall'altra megaville con schiavitu' in abito bianco. e questo grazie solo al malgoverno di tutta la classe politica. il loro lavoro sembra essere quello di studiare alleanze, convergenze, progetti, strategie, tutto fuori che lavorare insomma. cosa hanno concluso quando si fa sera? qual'e' stato il valore aggiunto della loro gestione? al telegiornale dice che la crisi sta finendo? e dopo 1 minuto che la benzina e' passata a 2 euro? non so cosa stiamo a fare in europa noi e neanche nel g8 , g20 e gt . meglio sarebbe stare con l' africa anzi con la nuova libia almeno la benzina costerebbe 2 cent al litro come in venezuela.
commento inviato il 22-08-2012 alle 20:40 da templare
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