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venerdì 14 settembre 2012

E QUELLE GAMBE INGLESI SONO SEMPRE NUDE da: CORRIERE DELLA SERA

E QUELLE GAMBE INGLESI SONO SEMPRE NUDE Scrivo nel tunnel sotto la Manica e sbuco nel sole francese, diretto a Bruxelles: una bella metafora per l’euro, ammesso che finisca così. So che vorreste leggere il millesimo articolo sulla possibilità di apocalisse monetaria, sulle responsabilità della Germania o sul “deficit democratico italiano” (e cosa dovevamo fare, cari europei? Nella tempesta perfetta, affidereste il timone a un ufficiale di marina o al cantante di bordo?). Invece, niente di tutto questo. Oggi parliamo di ragazze inglesi: all’arrivo della brutta stagione, ne combinano sempre delle belle. Su di loro scrissi uno dei miei primi pezzi da corrispondente, a metà degli anni ‘80: “Perché le inglesi, d’inverno, girano in minigonna e senza calze? Perché dicono di non aver freddo, se hanno la pelle d’oca e le gambe diventano blu? Solo perché il blu-cobalto del polpaccio s’intona col rosso-fuoco della scarpa?”. Venticinque anni dopo, tocca alle figlie di quelle ragazze: cromaticamente interessanti come le madri. Credevo che ormai facessero parte del paesaggio britannico, e non le notasse più nessuno. Mi sbagliavo. Sono arrivato a Oxford con una copia del “Daily Mail” presa in aereo, ieri, e ho trovato due pagine allarmate: “Why do young women go out dressed like this?”. Perché le giovani donne escono vestite così? Intorno all’articolo, foto di fanciulle che sembrano reclutate la notte sulle strade statali italiane, e negli alberghi per turisti di Mosca. Tra la microgonna inguinale e la partenza della scollatura ci sono pochi centimetri di tessuto. E poi le gambe! Nude, bianche e/o bluastre, in bilico su tacchi vertiginosi. Hooker heels, li chiamano: tacchi da escort, o come si chiamano adesso quelle signorine. Lo ammetto: leggere il “Daily Mail” nel delizioso Pembroke College è una piccola perversione. Ma il tema è affascinante, anche perché lo stile “stripper chic” – così lo chiamano – sta colando verso l’Europa meridionale, come altre cattive abitudini (bere per ubriacarsi, ad esempio). Le buone abitudini britanniche – e sono molte – le lasciamo là, invece. Le reporter del “Mail” sono andate in giro la notte a Manchester, Cardiff, Newcastle e Londra e hanno chiesto alle ragazze perché si conciassero così. La risposta più frequente: perché l’attenzione maschile ci dà fiducia in noi stesse, ci fa sentire bene. “Ci vestiamo tutte così”, ha dichiarato tale Natasha. “Se mettessi una gonna più lunga o i pantaloni, sembrerei una stupida”. E i vostri genitori? “Si preoccupano che non prendiamo freddo”. Risposta affascinante, che ci riporta al centro della questione. Non hanno freddo? Pare di sì, ma sono convinte – cito – “per la bellezza si deve soffrire”. Il problema è che la bellezza è discutibile, mentre il raffreddore è certo, come i complimenti pesanti. Pare ci sia un modo per sopportare tutto questo, rivela una ragazza: “Necking a bottle of vodka!”, bersi a collo una bottiglia di vodka. Dite che è una soluzione anche per le ansie da euro? Non credo: ne guadagnerebbe solo l’export russo, e la mattina dopo sai che mal di testa. Beppe Severgnini 28 successivo |home I VOSTRI COMMENTI 65 <7654321> Temperature fredde 03.12 | 01:58 happycanuck In the Uk gonne corte pantaloncini corti…….mio figlio . giocava al Football Canadese a-15 e hockey sul fiume ghiacciato a-40 questione di abitudine i cuore. Anche oggi ao gradi ragazzi/e con pantaloncini corti Saluti dal Great White North Ma questi Italians del dis-United Kingdom.... 02.12 | 23:14 scarpe grosse Questi Italians del Regno dis-Unito che vivono in questo avanzatissimo paese da 20/30/40 anni e guardano con la puzza sotto il naso i “poveri” italians che non sono riusciti a “fuggire dal sottosviluppo italico” rifugiandosi in quel Regno del Benessere della Regina Elisabetta mi lasciano spesso piuttosto perplesso: cosa sanno del loro paese d’adozione se non si accorgono che all’inizio del Terzo Millennio 15 milioni di sudditi, loro compaesani, vivevano in “IN-DECENT” Homes? Capisco serbare gratitudine verso la nazione che, spesso, quasi sempre priva di risorse locali, ha permesso a tanta brava gente della nostra peninsula di realizzarsi ed eccellere, ma un po’ di obbiettivita’, meno fanatismo nazionalistico d’adozione e meno rancore verso l’”ingrata patria” aiuterebbero l’analisi critica e arricchirebbero la vera conoscenza delle “Genti” del mondo. G. Ulivi @scarpe grosse 02.12 | 22:32 RickyMontana Mi scusi ma non mi sembra elegante e/o rispettoso il suo ultimo messaggio perche’ denigra una cultura da cui abbiamo, comunque, tanto da imparare. Metta da parte le cose belle che abbiamo e si faccia un’esame di coscienza. Se lei parla delle cose buone del Bel Paese dovrebbe anche parlare dei politicanti nostrani e molte altre cose che non elenchero’ perche’ sarebbe inutile e ripetitivo. Inoltre vorrei ricordarle che “italians” e’ anche letto da inglesi che vivono in’Italia e le assicuro che non facciamo una bella figura con messaggi del genere, vorrei anche ricordarle che parliamo pur sempre del Paese che avvio’ la Rivoluzione Industriale e le assicuro personalmente che non tutti gli inglesi sono come le descrive lei, qui si sta semplicemente discudento pacificamente di “usi e costumi” di due Paesi diversi, non e’ una sfida su chi e’ il migliore, qualcuno diceva: da buon IO NON HO NESSUNA OSSESSIONE 02.12 | 19:37 scarpe grosse Dico semplicemente le cose come stanno: Quando tutti gli Inglesi (non solo i ricconi!) avranno case decenti e riscaldate (fate click su Google per sapere cosa intendono gli Inglesi per : “Decent Homes”), quando avranno i doppi-vetri alle finestre, quando avranno il bidet, quando avranno i miscelatori invece di un “tap” per l’acqua bollente e uno per l’acqua ghiacciata (una situazione che non incoraggia certo l’Igiene con la “I” maiuscola), quando berranno come esseri umani e non come animali, quando mangeranno (tutti) non solo i ricconi, come mangiamo noi Italiani, quando sapranno apprezzare il piacere conviviale della conversazione davanti a tanto “Good Food” e qualche (QUALCHE!) buon sorso di “Good Wine” e torneranno a casa con il sorriso della piacevole serata senza passare per l’Ospedale….allora, solo allora potremmo dire che, dopo essere stati sfiorati dai lussi decadenti di Bath, Per RickyMontana 02.12 | 19:13 isabel Hai ragione, sono modi di crescere diversi e neanch’io voglio criticarestili di vita differenti dal mio. In tutto questo mi trovo un po’ nel guado, perche` con gli anni ho acquisito abitudini di altri paesi; sono qui da tanto tempo, come credo sia anche tu, e i miei genitori sono italo-canadesi, quindi ho vissuto un po’ a Toronto, un po’ in Italia, un po’ altrove, un po’ qui. Alla tua domanda sulle calzature dei bambini in casa, rispondo che a casa nostra camminiamo tutti scalzi, con calzettoni d’inverno, scalzi in primavera e estate. Ma a casa nostra non si entra con le scarpe, le quali rimangono nel portico. Lo facciamo noi, i nostri familiari, amici e chi viene qui a casa. Abbiamo appena finito di dipingere le stanze del piano di sopra e il decorator si toglieva sempre le scarpe prima di entrare nella casa. Del resto lo facciamo anche noi quando andiamo a trovare amici, sia loro che @J Walker 02.12 | 18:43 RickyMontana Bene vivi da trentanni in’Italia abbiamo fatto il processo inverso, io vivo in’Inghilterra da 19 anni. Credo proprio che siamo entrambi ossessionati, ognuno ha le sue ossessioni le mie sono, igiene, “carpet” e maglietta sotto la camicia o maglione. Le tue suppongo saranno Mr. B. e immagino dell’altro. Salutoni da Ashford, Kent e bun fine settimana. @ isabel 02.12 | 18:36 RickyMontana Ciao Isabel, Rispondo solo adesso perche’ oggi ero molto impegnato al lavoro e con le mie piccoline. Le braghette, credo che sia stato un malinteso nel senso che: in Italia le mamme non ti fanno camminare in braghette durante la stagione autunnale. Perfettamente in linea con te in relazione alla bronco-polmonite, ovvero la si contrae per vie aeree, comunque bisogna precisare che se vesti un neonate con la magliettina leggera e senza calzette e lo porti fuori a temperature sotto lo “0” hai delle buone probabilita’ che il/la piccolo/a si becchi qualche malanno. Per quanto riguarda la “carpet” non sono assolutamente daccordo perche’ anche se usi l’aspirapolvere lo sporco si accumula comunque, non lo vedi ma lo sporco c’e’, le mattonelle sono il massimo dell’igiene perche’ passi l’aspirapolvere e poi con lo straccio gli dai una bella lavata, e’ pulito, igienico ed emana un buon odore a bidet e freddo 02.12 | 18:15 giancarlo1111 Vivo in Inghilterra da tanti anni e passo molto tempo anche n Italia. Quando sono in Italia uso il bidet. Quando sono nel Regno Unito non lo uso. Quand sono in Italia faccio la sauna nelle case iper scaldate, qui l’inverno uso 2 golf in casa e noto che le mie figlie sembrano non avere mai un raffreddore ne mai ammalarsi. Temperature 02.12 | 18:09 Paolo Marsigli apprezzo le precisazioni di Isabel e del Sig. Nuonno, anche se sul sud dell’Inghilterra, zona che conosco avendoci abitato per tanti anni e che continuo a frequentare con regolarità, rimango della mia idea: è ben più freddo qui al nord Italia! Se poi parliamo dell’umidità credo che chi come me vive nella bassa padana ha il record mondiale (ahimé)! e comunque è vero quanto scrive Isabel, il vestirsi è anche una questione culturale. Anche sulle estati inglesi, francamente a me pare molto caldo, l’unica volta che sono stato male per il caldo è stato qualche anno fa a Stratford upon Avon, in Italia non mi era mai capitato, oltre al fatto che quando a Londra segna 20 gradi mi fa l’effetto che mi fanno 30 gradi qui in Italia. Per questo ho scritto che apprezzo la resistenza dei locali che riescono a stare poco coperti col freddo e molto coperti quando è caldo, vorrei avere questa capacità Aggiunta sugli inverni freddi 02.12 | 17:44 isabel Gli inverni sono anche freddi perche` vista la latitudine abbiamo poche ore di luce, o quando c’e`, di sole. Giornata assolata oggi anche se ci siamo svegliati con uno strato di ghiaccio che copriva macchine, strade e tetti. Ma quando sono andata a prendere nostro figlio da scuola alle 3.15 del pomeriggio, il sole era gia` tramontato dietro i tetti, c’era luce ma la differenza di temperatura tra tarda mattinata e pomeriggio si sentiva. Detto questo comunque penso anche che il discorso sul vestire sia anche culturale. Da sempre uno dei tratti di questa nazione e` un certo stoicismo, un tempo chiamato “stiff upper lip”, espressione che e` diventata quasi un insulto oggi, ma che credo possa ancora descrivere l’atteggiamento verso situazioni in cui ci si aspetta che l’individuo reagisca senza tanti patemi. Nel caso dei bambini per esempio, rispetto a quanto ricordo in Italia, le madri hanno
Fotografia sexy di calze indossate.
Donna inglese in minigonna.
Minigonna scozzese.
Minigonna Sunny.
Gambe (e calze) in moto. aggiornato alle 21:05 di Venerdì 14 Settembre 2012 LE COSE CHE (NON) ABBIAMO IN COMUNE CON LE INGLESI: “Le cose che abbiamo in comune sono 4250” diceva Daniele Silvestri in una canzone. Ultimamente, più sto a contatto con gli inglesi, più mi rendo conto che è difficile andarci d’accordo. È che le cose che abbiamo in comune noi e loro non sono 4250, e le abitudini italiane ogni tanto si fanno sentire: quando magari ti stai lavando la faccia in uno di quei lavandini da nano da giardino di cui i bagni inglesi sono provvisti; mentre rimpiangi di non esserti portato la giacca che i tuoi amici inglesi ti han detto che non serviva; quando dopo un paio di pinte tu chiedi qualcosa da mangiare e loro ti dicono: “Ma cosa mangi a fare!”; quando pensi al bidet e alla sua utilità e ti senti dire che per quello c’è sempre la doccia la mattina. Per questo e altre abitudini, ogni tanto ti può venire in mente che l’Italia ti manca. A prescindere da tutti i pro, contro, politici, lavori e prospettive. Puoi rimanere perplesso di fronte allo strano rapporto inglesi-moquette. La moquette è una costante nelle case inglesi quanto la moka nelle case italiane. Non può mancare. Oggi sono andata a una fiera di interior design: nella maggior parte degli stand, centinaia di metri di moquette, di tutti i colori, disegni, materiali. In bagno, in cucina, sulle pareti degli ascensori. Non c’è allergia che tenga, né acaro della polvere che resista all’abitudine inglese di mettere la moquette ovunque. La moquette è un must. Che tra l’altro, secondo fonti inglesi, tiene anche caldo ai piedi quando ci cammini sopra. Puoi rimanere sconcertato, facendo conoscenza con l’incredibile resistenza degli abitanti della gelida Albion alle temperature “rigidine” delle stagioni inglesi. Di tutti gli abitanti, ma soprattutto delle ragazze: loro non hanno mai freddo. Mai. Freddo per loro non esiste, è tutto un concetto astratto, il freddo. Anche se aspetti fuori dalla discoteca mezza nuda, con una pelle d’oca da far male al tuo vicino di fila, non dirai mai che hai freddo. Mai. Il maglione non serve che tanto poi cammini e ti viene caldo. Le calze sono scomode e inutili. E se hai male ai piedi a fine serata, sempre meglio camminare scalze per la città invece che avere un paio di scomodissime calzamaglie addosso. Le infradito vanno indossate anche il 22 di dicembre se c’è il sole. E chi se ne frega se c’è anche la neve, oltre al sole. Il vestitino moda mare con cui voi andreste forse in spiaggia in agosto, le ragazze inglesi lo mettono appena c’è un timido raggio di sole che fa capolino tra le nuvole e 10 gradi ventosi, che mentre voi vi mettete la sciarpa loro sono tutto un coro di: “Che tempo magnifico, temperatura perfetta, senti che caldo.” I jeans sono decisamente snobbati dalle ragazze inglesi, che preferiscono minigonne molto mini, di quelle che non serve immaginare, tanto si vede già tutto, perché fa un caldo che i jeans non li riescono a mettere. Ma le inglesine restano sempre fedeli a un solo capo d’abbigliamento, che il più delle volte non usano, ma tengono nascosto nella borsa. In tutte le stagioni, caldo-freddo-pioggia-sole, loro sono sempre accompagnate dal loro inseparabile cappottino, che copre tutto: gonne cortissime, gambe nude, magliette scollate e vestitini primaverili indossati in pieno inverno. Allora me lo sono comprato pure io, il cappotto, per avere una cosa in comune con le inglesi. Ma sotto, da brava italiana, mi metto ancora le calze, il maglione e, sì: pure i jeans. Perché io, nonostante mi sforzi di fare finta di niente e di dire che fa caldo, ho ancora freddo. di Costanza Pasqua , blogger

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