I 5 amici del gruppo: (da sinistra) 'il Necchi' (Duilio Del Prete), 'il Melandri' (Gastone Moschin), 'il Perozzi' (Philippe Noiret), 'il Sassaroli' (Adolfo Celi) e 'il Mascetti' (Ugo Tognazzi).
Paese Italia
Anno 1975
Durata 140 min
Colore colore
Audio sonoro
Rapporto 1.85:1
Genere commedia
Regia Mario Monicelli
Soggetto Pietro Germi, Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Tullio Pinelli
Sceneggiatura Pietro Germi, Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Tullio Pinelli
Produttore Carlo Nebiolo
Fotografia Luigi Kuveiller
Montaggio Ruggero Mastroianni
Musiche Carlo Rustichelli
Scenografia Lorenzo Baraldi
Costumi Giuditta Mafai
Trucco Franco Di Girolamo
Interpreti e personaggi
Ugo Tognazzi: Raffaello "Lello" Mascetti
Gastone Moschin: Rambaldo Melandri
Philippe Noiret: Giorgio Perozzi
Duilio Del Prete: Guido Necchi
Adolfo Celi: professor Alfeo Sassaroli
Bernard Blier: Niccolò Righi
Marisa Traversi: l'amante di Perozzi
Milena Vukotic: Alice Mascetti
Franca Tamantini: Carmen Necchi
Olga Karlatos: Donatella Sassaroli
Silvia Dionisio: Titti
Angela Goodwin: Nora Perozzi
Maurizio Scattorin: il figlio di Perozzi
Mauro Vestri: neurologo
Doppiatori italiani
Renzo Montagnani: Giorgio Perozzi
Antonio Guidi: Niccolò Righi
Premi
2 David di Donatello 1976: miglior regista, miglior attore protagonista (Ugo Tognazzi)
3 Nastri d'argento 1976: miglior soggetto originale, migliore sceneggiatura, miglior produttore
Amici miei è un film italiano del 1975 diretto da Mario Monicelli.
Il progetto del film apparteneva a Pietro Germi, che non ebbe però la possibilità di realizzarlo a causa della sua prematura scomparsa[1]. Nei titoli di testa del film, infatti, si è voluto rendere omaggio all'autore con la scritta «un film di Pietro Germi», cui segue solo successivamente «regia di Mario Monicelli».
Nel film ha origine il termine supercazzola[2], utilizzato nel gergo comune per indicare un giro di parole privo di alcun senso, fatto allo scopo di confondere le idee al proprio interlocutore.
Il film è uscito nelle sale italiane il 15 agosto 1975.[3]
Indice [nascondi]
1 Trama
2 Cast
3 Colonna sonora
3.1 Tracce
4 Critica
5 Citazioni in altre opere
6 Galleria di immagini
7 Note
8 Voci correlate
9 Altri progetti
10 Collegamenti esterni
Trama [modifica]
Quattro inseparabili amici d'infanzia fiorentini sulla cinquantina affrontano i loro disagi con scherzi a danno di malcapitati.
Il conte Raffaello Mascetti è un nobile decaduto che, dopo aver scialacquato due eredità (la sua e quella della moglie), è costretto a vivere dapprima ospite degli amici poi in uno scantinato (il cui fitto, a sua insaputa, è per due terzi corrisposto proprio dagli amici). Rambaldo Melandri è un anonimo architetto alla perenne ricerca di una donna, per la quale sarebbe anche disposto ad abbandonare i suoi amici, salvo ravvedersi all'ultimo momento. Giorgio Perozzi (voce narrante del film) è un redattore capo di cronaca che cerca di sfuggire la disapprovazione per la sua poca serietà e il disprezzo per le avventure extraconiugali che il figlio (terribilmente serio e accigliato, l'esatto opposto del padre) e la moglie gli riservano. Guido Necchi gestisce con la moglie Carmen (molto più impegnata di lui sul lavoro) un bar con sala da biliardo, puntuale covo d'incontro del gruppo d'amici. Ai quattro amici di sempre si aggiunge, nel corso della narrazione, il professor dottor Alfeo Sassaroli, brillante primario ospedaliero annoiato dalla professione, che diventerà in breve uno dei pilastri del gruppo e sotto la cui spinta le bravate prenderanno nuova vitalità. Possiede una Clinica in collina dove per la prima volta aveva incontrato gli altri quattro, malconci per una mai narrata zingarata; ha due figlie e una moglie chiamata Donatella di cui Melandri si innamora e che Sassaroli non esita ad abbandonargli, imponendogli anche tutto il mantenimento del resto del treno familiare cui la donna è avvezza, cosa che farà presto perdere la pazienza e le illusioni amorose all'architetto. Ammirati dalla spietatezza e dall'acume del primario, gli altri amici lo includono nel gruppo, celebrando il tutto con la celebre zingarata degli schiaffi ai partenti nella Stazione di Santa Maria Novella di Firenze.
Nel corso del film i cinque colpiscono chiunque si presti alle ferocissime burle da loro chiamate zingarate, dall'irruzione in una festa in una villa di perfetti sconosciuti, durante la quale il Necchi ha uno dei suoi celebri colpi di genio (avendo assolutamente bisogno del bagno preferisce usufruire del vasino del bambino), alla messinscena che fa temere agli abitanti di un paesello (ambientato a Calcata) la distruzione delle case e della chiesa per la costruzione di un'autostrada. Arrivano fino al punto di coinvolgere Righi, un anziano pensionato, cliente del bar del Necchi, che colpisce l'attenzione degli amici per sua abitudine di consumare pasticceria a sbafo, credendo di non esser notato; verrà coinvolto in una lunghissima ed elaborata burla, in cui viene convinto ad entrare in una presunta banda di estorsori in lotta con i marsigliesi.
Terminata la giornata tutti decidono di finire la zingarata e di andare a casa, ma il Perozzi viene colpito da un infarto e muore sotto gli occhi degli amici, della moglie e del figlio Luciano. Anche in punto di morte è pronto a beffare il confessore, ma la tristezza dei suoi amici non proibirà loro di continuare ad esorcizzare la paura della morte e della vecchiaia incombente con una memorabile zingarata.
Cast [modifica]
Il cast prevedeva originariamente la partecipazione di Marcello Mastroianni nel ruolo del nobile decaduto, mentre Ugo Tognazzi doveva interpretare il giornalista.[4] Tuttavia Mastroianni rifiutò la parte perché riteneva che nei film corali la sua prestazione venisse sempre superata dagli altri attori co-protagonisti. La parte del nobile decaduto fu proposta allora da Monicelli a Raimondo Vianello, ma anche Vianello oppose un rifiuto.[5] Il personaggio fu allora assegnato a Tognazzi, e per la parte del giornalista fu ingaggiato Philippe Noiret.
Colonna sonora [modifica]
Il 10 settembre 2007 è stata pubblicata la colonna sonora originale del film Amici miei in formato CD Audio, composta da Carlo Rustichelli e prodotta dalla Cinevox.[6]
Tracce [modifica]
Amici miei
Al trani
Un giorno amaro
Una partita a carte
Una bravata
Luna park delle illusioni
... e lo scherzo finisce
Un gioco di tristezza
Amici miei (2)
Bella figlia dell'amore
Amici sempre
Un goccio di tristezza (2)
Amici miei (3)
Al trani (2)
Amici miei (4)
Bella figlia dell'amore (versione film)
Amici miei (5)
Amici miei (versione cantata)
Critica [modifica]
Unitamente ad altre famose pellicole dello stesso periodo, segna l'inizio di un ciclo nuovo e conclusivo di quel genere cinematografico meglio conosciuto come commedia all'italiana.
L'amarezza, il disincanto, la fine delle illusioni di benessere e le tensioni sociali che caratterizzano l'Italia degli inizi degli anni settanta fanno la loro comparsa anche in questo genere comico e di costume. La risata piena si vela di tratti malinconici e tristi, i personaggi rimangono comici ma diventano amari e patetici. Scompaiono definitivamente il lieto fine e il finale leggero o comunque umoristico e lasciano il posto alla precarietà di una condizione umana spesso senza prospettiva.
Monicelli riprende in questa pellicola il tema della amicizia virile che aveva già trattato in alcuni film precedenti (I soliti ignoti, La grande guerra, L'armata Brancaleone) e che tornerà a trattare in lavori successivi. Il vincolo, la vitalità e la complicità del gruppo vengono proposti come risposta alle minacce esistenziali provenienti dall'ambiente, dal lavoro, dalla famiglia stessa. I membri del piccolo gruppo di amici vivono la contraddizione di una vita normale verso la quale sono assolutamente attratti (Melandri cerca insistentemente una donna, Mascetti si abbandona costantemente ai sogni di nobiltà, Perozzi vive pericolose avventure extra-coniugali) ma è fondamentalmente l'appartenenza alla banda che supplisce, con le sue dinamiche goliardiche, alla carenza delle quali sono vittime, fornendo così una soluzione, una via di fuga. Il gruppo reagisce nei confronti di ogni singolo membro che tenta di intraprendere una via solitaria e mette in atto tutta una serie di iniziative, compreso il dileggio, per ricondurlo a sé. Anche la morte, estremo atto solitario di Perozzi, viene vissuta in questa ottica e su questa originalità si accende il finale del film.
A.C.C. AMMINISTRAZIONI CONDOMINIALI CARNIO di LUCA CARNIO
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