Primo pomeriggio
Pomeriggio del lunedì d'inverno. Tace il quartiere... il sole è pigro.
Anna sta stappando il lavello e l'acqua delle stoviglie, con invadente borbottio, è sentita fino all'altro appartamento. Anna ha annunciato così, puntuale e allegra, che ha mangiato anche oggi, "Con un marito che ha sempre lavorato!".
Il marito di Anna, il vecchio Vito, risale lo scivolo del condominio, in sella al suo Malaguti 125 rosso, appena comprato, col casco integrale nero addosso, andando al suo terreno coltivato. E' tutt'intorno che sentiamo il rumore baldo del motorino...
Dalla via centrale, più in là del campo di Bruno, si alza l'onda della marea motoristica. Il boato del traffico, prima rumoroso, è assorbito ogni tanto dalle palazzine. Camion e motori frastuonano, ma cotonati, nell'arteria del paese.
Anna, pensionata casalinga, ha i figli impiegati e "Ora gode di un certo benessere!", suo figlio lavora alla Guardia di Finanza ed è muto di notizie, perchè "La Tributaria arriva, al solito, dopo...!".
Gli albanesi e i rumeni del palazzo hanno la macchina e d'estate tornano a casa per fare le ferie. "E' ancora dura, per loro", mi dicono. Le loro mogli vanno a fare acquisti col proprio Golf usato; così fan i neri, qualcuno di loro con figli italianizzati.
Sene, giovane nero del Senegal, orgoglioso e fiero, perchè "Ha lavorato dieci anni in Italia", ora sta andando a far le spese all'Emisfero, con la Croma diesel che si ingolfa e con tutta la famiglia a bordo. Il sindacalista della CGIL, in piedi ritto sui pedali, prende velocità con la bicicletta, sulla scia del suo iscritto nero.
Nella stazione del paese, il treno si ferma docile, avendo stridito ferri su ferri, e rovescia gli
argenti stanchi. Poche parole sincere: "Ciao!", "Ciao". Ora vanno a mangiare, per la pausa, e poi di nuovo a studiare: li aspettano le auto dei parenti che li porteranno a casa.
Attorno al condominio, la comunità si raddoppia, si mescola in un unico colore. Alcuni studenti lasciano gli altri e se ne vanno, altri (misti) si lanciano lo sguardo: "Ci vediamo dopo". Il pomeriggio va più in là, ora comincia... ora finisce. Altri lo porteranno a sera.
Anna sta stappando il lavello e l'acqua delle stoviglie, con invadente borbottio, è sentita fino all'altro appartamento. Anna ha annunciato così, puntuale e allegra, che ha mangiato anche oggi, "Con un marito che ha sempre lavorato!".
Il marito di Anna, il vecchio Vito, risale lo scivolo del condominio, in sella al suo Malaguti 125 rosso, appena comprato, col casco integrale nero addosso, andando al suo terreno coltivato. E' tutt'intorno che sentiamo il rumore baldo del motorino...
Dalla via centrale, più in là del campo di Bruno, si alza l'onda della marea motoristica. Il boato del traffico, prima rumoroso, è assorbito ogni tanto dalle palazzine. Camion e motori frastuonano, ma cotonati, nell'arteria del paese.
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Gli albanesi e i rumeni del palazzo hanno la macchina e d'estate tornano a casa per fare le ferie. "E' ancora dura, per loro", mi dicono. Le loro mogli vanno a fare acquisti col proprio Golf usato; così fan i neri, qualcuno di loro con figli italianizzati.
Sene, giovane nero del Senegal, orgoglioso e fiero, perchè "Ha lavorato dieci anni in Italia", ora sta andando a far le spese all'Emisfero, con la Croma diesel che si ingolfa e con tutta la famiglia a bordo. Il sindacalista della CGIL, in piedi ritto sui pedali, prende velocità con la bicicletta, sulla scia del suo iscritto nero.
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Attorno al condominio, la comunità si raddoppia, si mescola in un unico colore. Alcuni studenti lasciano gli altri e se ne vanno, altri (misti) si lanciano lo sguardo: "Ci vediamo dopo". Il pomeriggio va più in là, ora comincia... ora finisce. Altri lo porteranno a sera.
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