Non è un discorso, perchè scivolerei nel paradosso. Il concetto semmai è semplice, perchè il Signore Iddio riserva a noi tutti uguali attenzioni. Per esemplificare, immaginiamoci tutti dei bambini in un asilo e la nostra maestra d'asilo che ci osserva e ci custodisce.
Per lei siamo tutti uguali e infatti provvede ai nostri bisogni con uguaglianza. Anche il genitore o la mamma in visita ci potrebbero osservare, saremmo tutti considerati come loro figli.
Se noi bambini dovessimo avere delle qualità, la maestra d'asilo le noterebbe e ci aiuterebbe a coltivarle, le riferirebbe ai nostri genitori...
Ma se sono caratteristiche benevoli! Come anche certi nostri difetti, che possono essere utili solo se sono trasformati. Certo non se sono distruttivi, cioè se fanno malvagità...
Una caratteristica benevola potrebbe essere una che abbiamo per creare utilità ai nostri simili. In ciò l'operato dei bambini/uomini realizza il senso positivo del Mondo, il suo tutelare continuamente la vita. E si ispira indirettamente all'Operato di Chi, diversamente da noi, è Divino e ci ha permesso di collegarci l'un l'altro, realizzando la bontà e con cui saremmo, pur considerando i nostri difetti, più vicini al nostro scopo.
Che è quello di fare la felice attribuzione a Dio: cioè che vivessimo una concreta realtà di uomini, consapevoli e ricambievoli dei doni che ci dà.
Questo meraviglioso Maestro d'Asilo, che preghiamo tutti, no?
La torre piezometrica
5 ore fa
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