In una coppia, il legame sentimentale tra i due, qualunque esso sia, non dovrebbe essere così vincolante da influenzare i sentimenti dei due. A parte normative consuetudinarie e di legge, il sentimento d'amore che unisce la coppia può lasciare spiragli verso altri partner. C'è anche il termine religioso della fedeltà, senza considerare l'altissimo spirito del rispetto reciproco, che obbliga ciascuno dei due coniugi ad unirsi incondizionatamente e felicemente.
Secondo osservanze diverse, i due partner sono nel tempo abbastanza uniti. Però il sentimento dell'amore si affievolisce nel tempo, è dimostrato, e allora i precedentemente nominati spiragli verso altri/e si aprono. E così si affievolisce anche quel magico senso di appartenenza all'altra metà, il possesso implicito sul partner e la proprietà in cambio di tutto... L'amore non è più esclusivo, è un sentimento che non si dà più totalmente a un uomo o alla donna.
L'amore quindi non è più vincolante. Non è più esclusivo a..., ci sono i figli, le professioni... Tutto questo è anche vero, fatto salvo l'obbligo religioso, la consuetudine, ...la legge! ed il senso di reciproco rispetto. Però se questi ultimi fossero sempre osservati, non ci sarebbe l'adulterio, che invece esiste. Dunque gli spiragli del sentimento di cui sopra possono esserci.
Ma io mi chiedo: è anti-moralmente, dicendolo, giusto che il sentimento precluda l'accesso al proprio cuore di altre persone, sì da liberarci da vincoli assoluti?
Che cosa resta agli altri?
3 ore fa
1 commento:
concordo in tutto cio' che hai scritto.
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