Facevano fallire aziende del Nordest

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Martedì 29 Marzo 2011 / ultimo aggiornamento h 1:14





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Piani di rilancio per aziende del Nordest
in crisi, ma le facevano fallire: 14 arresti
Coinvolto il gruppo imprenditoriale napoletano della famiglia
Catapano, che avrebbe guadagnato almeno 50 milioni di euro




PADOVA - Quattordici ordinanze di custodia cautelare eseguite, una persona ricercata, oltre trenta perquisizioni: è l'esito dell'operazione "Manleva" condotta dai carabinieri di Padova che ha coinvolto un gruppo imprenditoriale, quello legato alla famiglia Catapano di Napoli. Secondo l'accusa, l'organizzazione al centro delle indagini "svuotava" le aziende in difficoltà - specialmente a Nordest - con guadagni elevati e a danno dei creditori e dell'erario. L'indagine sul gruppo Catapano è stata avviata dai carabinieri nel febbraio 2010 a seguito di un controllo su un imprenditore di Este, Sergio Peruffo, di 65 anni, titolare di una società dichiarata in fallimento, la Ares Srl. I primi riscontri investigativi hanno consentito di eseguire, nell'aprile del 2010, una prima misura restrittiva nei confronti di Peruffo, tratto in arresto per bancarotta fraudolenta, truffa e falsità in scrittura privata.

Proprio da questo primo atto e relative verifiche è emerso che nel fallimento ritenuto pilotato c'era la mediazione dei Catapano. Il gruppo partenopeo utilizzava - secondo quanto accertato dai carabinieri - una "strategia criminale di ampio respiro" che vedeva coinvolte molte società sparse su tutto il territorio nazionale e che ha permesso ai Catapano guadagni per almeno 50 milioni di euro.

Attraverso dei referenti locali, sulla base di quanto ricostruito nel corso delle indagini, la holding proponeva ad aziende in difficoltà dei progetti di rilancio - rivelatisi fraudolenti - ottenendo dei significativi compensi in contanti, in media il 15% dei debiti dell'azienda da salvare, che però poi regolarmente falliva. Inoltre i Catapano esigevano anche i crediti in essere dell'azienda, che venivano immediatamente pretesi dagli indagati attraverso le società finanziarie ad essi collegate. Le operazioni di acquisizione e svuotamento delle società avvenivano attraverso la contestuale costituzione di una coppia di nuove aziende di cui una all'estero che acquisiva i beni mentre alla seconda, destinata al fallimento, venivano accollati i soli debiti.

Lunedì 28 Marzo 2011 - 12:37 Ultimo aggiornamento: 16:21


Sono presenti 22 COMMENTI ► VISUALIZZA TUTTI I COMMENTI Scrivi un commento

.....il gruppo imprenditoriale napoletano....
....Niki Vendola,capito mi hai ?
commento inviato il 29-03-2011 alle 00:02 da fab pittana


pochi mesi fa
la guardia di finanza scoprì l'evasione fiscale compiuta da tante aziende del nordest,si trattava di milioni di euro che gli imprenditori del nordest evadevano frodando lo stato come dice qualcuno,ogni giorno in realtà si sente di queste evasioni fiscali,soprattutto in veneto,invito quindi i patetici nordici a mangiarsi il limone,dopo averlo succhiato bene.
commento inviato il 28-03-2011 alle 23:58 da josuè


Imprenditoria e camorra un legame indissolubile...
- Segue - :
Anche perchè, Colonnello Renato Chicoli, C.te Provinciale dei Carabinieri di Padova,è doveroso richiamare l'attenzione alla consorteria camorristica, in quanto,dal resoconto del post precedente, il profitto accumulato attraverso le ingenti attività illegali,come la droga, sono il richiamo per un' eventuale investimento e/o liquidità per inserirsi nel contesto da Lei evidenziato, la cui famiglia Catapano fungeva da tramite con, e più presumibile visto il contesto al richiamato guadagno, le famiglie camorristiche del luogo, o addirittura del napoletano.