"O l'essere umano domina le sue passioni oppure si lascia da esse dominare, rendere schiavo. Per questo la disciplina interiore, anche nello spazio della sessualità, è sempre opera di libertà e, quindi, di ordine e di bellezza; ed è opera di umanizzazione perchè anche l'esercizio della sessualità sia un'opera d'arte, un capolavoro nelle storie d'amore". di Umberto Folena
Or the human race domines its passions or it's domined by these, it's slave. For this, the interior discipline, also in the sexuality space, it's always opera of freedom and, so, of ordere and beauty; and it's opera of humanization (!) 'cause also the sexual exercise can be art, love masterpiece. Umberto Folena
Enzo Bianchi (priore Comunità Monastica di Bose):
Come la gola, anche la lussuria è un vizio del corpo. Tuttavia l'affermazione di Gesù: "Dal cuore umano escono fornicazioni, concupiscenze, impudicizia" (cf. Mc 7,21-22), ci rende coscienti che la lussuria è anche un "vizio dell'anima", che nasce dal cuore e che a partire dal cuore va combattuta.
Chi è preda di questo pensiero assolutizza la propria pulsione e nega la relazione con l'altro, compiendo una scissione della propria persomalità e una "cosificazione" dell'altro. Le pulsioni erotiche sfogano la propria natura caotica, fino a sommergere l'altro, indotto nella fantasia o nella realtà a compiere l'atto sessuale. La lussuria si manifesta là dove il piacere sessuale è incapace di sottostare all eelementari regolr della dignità propria e altrui: se non si accede a tale disciplina, il dono diventa possesso, l'attrazione violenza, l'unità del corpo e della psiche viene spezzata; e ciò che è più grave, il partner finisce per essere un mero oggetto di consumo.
Eppure questa passione nasce nello spazio della sessualità voluta da Dio, il quale, all'atto di creare l'uomo e la donna, "li benedisse e disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi (Gen 1,28)". Il desiderio sessuale è santo, è un invito a un cammino verso la comunione: il piacere sessuale è un fenomeno complesso, che non riguarda solo la genitalità ma la persona intera. Esso è l'epifania del dono di sè all'altro, è il coronamento dell'unione e, come tale, è inscritto nella storia d'amore di un uomo e di una donna; al contrario la lussuria è intendere il piacere come qualcosa che è scisso dai soggetti ed è perciò una ferita inferta a se stessi, all'altro e, in definitiva, a quel Dio ci dui l'essere umano è immagine (cf. Gen. 1,26-27).
"Chiunque guarda una donna con concupiscenza ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore (Mt 5,28). Egli ha anche detto: Beati i puri di cuore perchè vedranno Dio" (Mt 5,28), per indicare che solo la percezione del mistero dell'altro può aprire al dono della conoscenza di Dio: Non è possibile pensare di vedere Dio, se non si è imparato a vedere l'altro nella sua verità, cioè come soggetto e oggetto di amore e di libertà: "Chi non ama suo fratello che vede, non può amare Dio che non vede" (1 Gv 4,20). Ecco perchè Paolo potrà scrivere: "Il xcorpo non è per la fornicazione, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo... Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo e che non appartiene a voi stessi?" (1 Cor 6,13,19).
La grande tradizione cristiana insegna che per affrontare la lussuria occorre un'igiene dei penseri, una lotta per dominare fantasie sessuali distorte, e così poter accedere alla percezione del mistero del corpo, il proprio e quello altrui. Nè si dimentichi che, come già notava Cassiano, "una cosa è essere continente ed un'altra è essere casti"; si può praticare sessualità restando casti, come ci si si può astenere dall'esercizio della sessualità senza per ciò stesso essere casti. Casto è infatti colui che rifiuta l'incesto e rispetta l'alterità e la differenza, rifiutando la fusione della coincidenza, dell'assorbimento dell'altro e nell'altro. La vera castità comporta la rottura del cordone ombelicale, la presa di coscienza di un corpo sessuato, la volontà di incontrare l'altro nella differenza; comporta una padronanza di sè che è pedagogia alla vera libertà umana.
Anche la misericordia di Dio deve essere per noi fonte di consolazione, "perchè se anche il nostro cuore ci accusa, Dio è più grande del nostro cuore" (1 Gv 3,20).
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