Camposampiero, Comune della Provincia di Padova
Della storia di Camposampiero rimangono ben poche tracce. Ora è una grossa cittadina dell'alta padovana dedita principalmente alla piccola industria e famosa per l'importante centro ospedaliero, nonché un trafficatissimo collo di bottiglia stradale lungo la statale 'Del Santo' tra Padova e Castelfranco Veneto.
Le sue origini sono romane. Si trova al margine della grande centuriazione romana del noalese e sull'asse dell'importante strada Aurelia che conduceva, e conduce, ad Asolo. Ma di questo rimangono solo dei reperti lapidei ed il disegno stradale ancora leggibile della suddivisione centuriata.
Più dinamica la storia medioevale. Dopo le distruzioni longobarde, la città venne fortificata con una importante cinta muraria e divenne signoria dei Camposampiero, imparentati, alleati e poi acerrimi nemici degli Ezzelini. Storie di stragi e terribili massacri. Tipico nome di famiglia è Tiso, ed il palazzo Municipale, già Rocca Feudale e successivamente Palazzo Pretorio, ne ricorda il nome.
Di quell'epoca rimane anche la leggenda legata alle ultime ore di vita di Sant'Antonio qui dedito alla predicazione nel luogo ove ora sorge il Santuario del Noce, albero sotto il quale il grande santo s'intratteneva. Da qui partì, ormai morente, per l'ultimo viaggio verso il convento di Padova, ma morì lungo la strada a lui dedicata, proprio alle porte di Padova in località Arcella, dove ora si trova un altro santuario antoniano.
Con l'epopea veneziana di terraferma e la 'donazione' alla Serenissima del 1405 la cittadina fortificata perse l'importanza militare e divenne uno dei centri agricoli più importanti dell'alta padovana, sede del Podestà e con propri statuti. Del lungo periodo veneziano si ricordano lo spavento e le distruzioni subite (1513) durante la guerra contro la Lega di Cambrai quando il territorio venne devastato dalle truppe imperiali di Massimiliano e dai lanzichenecchi in marcia verso Padova. Dopo quest'episodio Camposampiero fu Podesteria di un vasto territorio agricolo di una trentina di Ville (paesi).
Il declino delle strutture murarie e dei palazzi medioevali si svolse lento ma implacabile. I palazzi feudali per buona parte demoliti già nel settecento, il ponte d'accesso e la struttura della porta Padovana rovinati e riciclato il materiale da costruzione ad inizio ottocento e a metà ottocento demolito quanto rimaneva della cerchia muraria.
Rimangono Palazzo Tiso, del XI-XII secolo, completamente restaurato e sede del Comune, il suggestivo Santuario del Noce del XV secolo, abbellito da affreschi del XVI secolo e la torre Padovana o torre dell'Orologio.
L'attuale chiesa parrocchiale è del 1930-40 posta sul luogo dell'antica pieve e della chiesa del XV secolo restaurata più volte fino ad inizio ottocento, dalla quale sono state recuperati alcuni manufatti artistici ed una pala del '500.
fin che la barca va...
1 giorno fa
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