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Lunedì 3 Gennaio 2011 / ultimo aggiornamento h 23:35
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VENETO FRIULI VENEZIA GIULIA
Veneto. Le promesse di Zaia per il 2011:
«Non lasceremo soli studenti e lavoratori»
Il presidente: «Inalterati i servizi essenziali anche se non arriva
un euro da Roma; ci riusciremo solo con il senso di comunità»
di Alda Vanzan
VENEZIA (2 gennaio) - Esclude allargamenti della maggioranza governativa all’Udc. E dice che alla prima défaillance in Parlamento «il Governo cadrà». Così Luca Zaia, leghista e governatore del Veneto. Che per la sua Regione garantisce: i servizi essenziali ai cittadini continueranno a essere erogati. Ma, avverte, servirà «senso di comunità».
Presidente Zaia, pare che Bossi sia stato rassicurato da Berlusconi: si arriverà a fine legislatura?
«Bossi ha ragione su una cosa: la palude ti impantana. Il vero banco di prova sarà il Parlamento. È stata approvata la Riforma Gelmini, bene. Ma alla prima défaillance su un provvedimento importante - e il prossimo in agenda è il federalismo fiscale - se in Parlamento non ci sarà la maggioranza è evidente che cadrà il Governo».
E allargare la maggioranza all’Udc?
«Bisogna essere coerenti. L’Udc ha sempre dimostrato acredine e fatto ostruzionismo nei nostri confronti. Non è l’Udc che va dicendo che noi lasceremo i vecchi in strada? E con questa Udc dovremmo allargare la maggioranza?».
Al Governo, intanto, ha detto no il presidente brasiliano Lula: Battisti non sarà espatriato.
«Deplorevole, in questa vicenda Lula ha dato il peggio di sé. Sono sempre stato un suo sostenitore, l’ho anche conosciuto: da lui non me l’aspettavo».
Si aspettava un 2010 così difficile?
«Avevo ben presente la situazione delle risorse, non dimentichiamo che venivo dall’esperienza governativa: nel giugno 2008 per i ministeri ci fu un taglio del 40% dalla sera alla mattina e non mancarono le proteste. Adesso tocca alle Regioni».
Ha definito il bilancio di previsione 2011 da «lacrime e sangue». Cosa la preoccupa di più?
«Riuscire a comunicare con i cittadini. Non per la salvaguardia del consenso, ma per far capire cosa stiamo facendo in una situazione che è ai limiti dell’innesco di un conflitto sociale. Il ceto medio è crollato nel gruppo di chi tira la cinghia. Come ha detto il premio Nobel Friedman, ha più bisogno non chi non ha mai avuto, ma chi ha avuto e ora non ha più. Dovremo ritarare verso il basso lo stile di vita: non è normale girare con tre telefonini. Per noi, la vera sfida sarà stare accanto ai cittadini. Immagino che dovrà esserci un’altra manovra statale di aggiustamento perché il debito pubblico è elevatissimo e la crisi devastante. Solo se avremo il senso della comunità potremo farcela, altrimenti saremo fottuti».
La sua giunta taglia del 25% i fondi del trasporto.
«L’obiettivo è mantenere inalterati i servizi essenziali: trasporti, sanità, sociale, lavoro. Quello del 25% al trasporto è un taglio di previsione, in ballo ci sono alcune partite aperte con il Governo: se andranno bene, i tagli potranno ridursi al 10%, affrontabili dalle aziende locali. Chiedo: qualche risparmio non poteva essere fatto già l’anno scorso?».
E se da Roma non arrivasse un euro?
«Cercheremo di trovare delle soluzioni. Ma studenti e lavoratori non saranno lasciati a piedi, né ci saranno gabelle».
Che giudizio dà dei suoi primi otto mesi di governatore?
«Ho avuto a che fare con il disastro dei conti pubblici, i servizi da assicurare ai veneti, l’alluvione. Ma anche questa è una sfida. Semmai, certi commenti sulla vicenda dell’alluvione mi hanno deluso: in 47 giorni ho dato 100 milioni di acconto e in tivù sento dire da qualcuno che non è stato dato nulla. Non mi aspetto riconoscenza, ma che non si dicano bugie. Sono una persona che lavora onestamente, con i 3mila euro che dò alla Lega ho uno stipendio di 6mila euro, la mia dichiarazione dei redditi è la stessa del 1995. E poi mi arrivano note che inneggiano ai ladri che mi arrivano in casa!».
Avete previsto tagli alla sicurezza.
«La sicurezza resta una priorità, anche se un po’ mi imbarazza a parlarne adesso che ho subìto il furto. Il che dimostra che sono un cittadino normale».
Il presidente degli industriali, Andrea Tomat, dice che se non ci sono soldi è inutile chiederli, ma che vanno fatte le riforme.
«Tomat sfonda una porta aperta. Riforme subito. E poi la semplificazione, su cui già stanno lavorando i miei assessori. Ma per fare le riforme, prima di tutto dobbiamo riformare lo statuto e il regolamento. Questa maggioranza ha presentato una proposta a luglio e sarà la prima cosa che affronteremo dopo l’approvazione del bilancio».
In Veneto non le sembrano parecchie le "scaramucce" tra Pdl e Lega?
«Il dibattito è il sale della democrazia, Pdl e Lega vanno di comune accordo».
Salvo dividersi sui festeggiamenti per l’unità d’Italia con il Pdl in piedi a cantare l’inno e la Lega che poi se ne è andata.
«Se uno vuole alzarsi in piedi e cantare, lo faccia. Ma ho l’impressione che oggi ci siano altre priorità. Penso ai 130mila veneti senza lavoro».
Tomat dice che serve di più per il credito alle imprese e gli ammortizzatori sociali.
«Tomat sa bene che questa giunta con l’assestamento di bilancio ha dato 35 milioni a Veneto Sviluppo, più altri 15 nel 2011, per l’accesso al credito. Quanto agli ammortizzatori sociali, a qualcuno risulta un contenzioso collettivo in Regione che abbia avuto esito negativo? No. Tutti hanno avuto la cassa integrazione, nessuno è rimasto in strada, dagli operai della Vinyls è andato anche il ministro».
Le Province sono preoccupate per i tagli alla formazione professionale.
«Abbiamo dato sufficienti rassicurazioni: la formazione per i giovani è confermata, non dimenticheremo la riqualificazione per i disoccupati. Ma la miriade di corsi che finanziamo deve essere ridotta, chi non rispetta i parametri deve essere chiuso».
Perché si è opposto all’esercizio provvisorio?
«Sono convinto che non serva, pagheremo gli stipendi ai dipendenti e per gennaio il consiglio regionale, che è in gamba, approverà la manovra».
Cosa si augura per il 2011?
«Come diceva mio nonno, la salute prima di tutto. Come governatore, che i cittadini capiscano che gli amministratori non sono tutti uguali. Non sto parlando di colore politico, né di consenso. La forza degli amministratori è avere al fianco i cittadini. Se i cittadini diventano la controparte, non va bene».
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Sono presenti 22 COMMENTI ► VISUALIZZA TUTTI I COMMENTI Scrivi un commento
congratulazioni
siamo un gruppo di leghisti che vogliono complimentarsi con il governatore zaia per la sua iniziativa di trattenersi una parte di tasse.speranzosi di un velocissimo, quanto indispensabile federalismo,salutiamo fiduciosi!!!!
commento inviato il 02-01-2011 alle 23:14 da ferrari luca
per Ornella delle 20.23
mettiamola così, Zaia è impegnato almeno 25 giorni al mese, guadagna 9.000 euro e 3.000 li versa alla Lega, ma sempre 9.000 sono. Tale cifra diviso 25 fa più o meno 360 euro al giorno. Ipotizzando che sia impegnato almeno 10 ore al giorno sono 36 euro ora. Tanti dirà lei, dipende dico io. Con la responsabilità che si ritrova, se parliamo di stipendio, ritengo che 36 euro/ora siano addirittura pochi, poi se andiamo a vedere il tipo di vita che conduce (le sembrerà strano ma, mi creda, più stressante di tante altre), allora i 36 euro/ora sono quasi un'inezia. Per certi ruoli non è il quanto che deve far riflettere, è il per che cosa che interessa. Se da "governatore" fa bene il suo mestiere di euro se ne merita ancora di più, se invece fallisce, anche 100 euro al mese sarebbero troppi. Chiaro il concetto?
commento inviato il 02-01-2011 alle 22:02 da onesta-mente
fin che la barca va...
20 ore fa
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